L’Italia non è un Paese per giovani, si sa. E l’Italia non è (ancora) un Paese per giovani autobus. Nello Stivale appena il 44,7% degli autobus pubblici circolanti è di categoria Euro 5 o Euro 6. Oltre uno su due dei quasi 52 mila autobus pubblici oggi in circolazione appartiene quindi alle categorie emissive da Euro 0 a Euro 4. Il parco circolante di autobus pubblici più giovane è quello del Friuli-Venezia Giulia, quello più vecchio della Sardegna

Numeri, non certo positivi, fotografati da un’elaborazione dell’Osservatorio sulla Mobilità sostenibile di Airp (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici), sulla base di dati Aci.

A livello nazionale, sono poco più di 23 mila gli autobus pubblici di categoria Euro 5 o Euro 6 in circolazione. Dall’elaborazione dell’Osservatorio sulla Mobilità sostenibile di Airp emerge un dettaglio regionale con forti disparità territoriali: il Friuli-Venezia Giulia, con il 77% di autobus pubblici di categoria Euro 5 o Euro 6, è la regione con il parco circolante di autobus pubblici più moderno in Italia. Seguono il Trentino-Alto Adige (73,1% di autobus pubblici Euro 5 o Euro 6) e la Lombardia (63,4% di Euro 5 o Euro 6).

Gli autobus pubblici più vecchi e quindi anche più inquinanti, si trovano al Centro e al Sud Italia, in particolare in Sardegna, che ha l’83,3% di autobus pubblici che non supera la categoria Euro 4, in Molise (79,8%) e in Basilicata (77,8%).

Dai dati rilevati dall’Osservatorio sulla mobilità sostenibile di Airp, emerge con chiarezza che il parco circolante italiano di autobus pubblici continua ad avere un grande bisogno di ricambio. Si tratta, evidentemente, di un processo che richiede tempi lunghi e necessita di forti investimenti.
Vi sono però soluzioni che consentono di bilanciare le esigenze di contenimento dei costi e quelle di tutela ambientale. A questo proposito, Airp ricorda che gli pneumatici ricostruiti consentono di risparmiare sulle spese di gestione del mezzo (gli pneumatici ricostruiti, infatti, hanno un costo minore rispetto a quelli nuovi) ed anche di rinviare l’esigenza di smaltimento degli pneumatici usati che possono essere ricostruiti, con evidenti effetti positivi per l’ambiente.

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