Il video-racconto del Mobility Innovation Tour di Bologna dedicato alle sfide e alle strategie per l’idrogeno nel tpl
Una mattinata di lavori dedicata all’idrogeno: focus sui modelli di gestione e le condizioni necessarie per rendere la trazione a idrogeno una soluzione competitiva e utile all’interno del mix tecnologico per il trasporto pubblico. Giovedì 3 luglio, il Centro Congressi di Tper, in via di Saliceto 3 a Bologna, ha ospitato il convegno “Dalle sperimentazioni […]
Una mattinata di lavori dedicata all’idrogeno: focus sui modelli di gestione e le condizioni necessarie per rendere la trazione a idrogeno una soluzione competitiva e utile all’interno del mix tecnologico per il trasporto pubblico. Giovedì 3 luglio, il Centro Congressi di Tper, in via di Saliceto 3 a Bologna, ha ospitato il convegno “Dalle sperimentazioni alle flotte operative: strategie e modelli di gestione per l’idrogeno nel tpl”, quarta tappa dell’anno del Mobility Innovation Tour, il roadshow organizzato da noi di AUTOBUS, con il supporto scientifico dell’Università di Genova, che ha l’obiettivo di analizzare i principali progetti e trend del mondo della mobilità, partendo dalle progettualità virtuose delle principali realtà italiane. Realtà italiane come Bologna (e Ferrara), dove Tper nel 2026 metterà in strada 137 bus a celle a combustibile a idrogeno a Bologna e 10 a Ferrara.
I protagonisti della tappa di Bologna
Il convegno ha affrontato i modelli di gestione e i casi operativi legati all’impiego dell’idrogeno nel trasporto pubblico locale. Importanti operatori e player industriali hanno discusso strategie, infrastrutture e scenari energetici futuri. Sono infatti intervenuti anche i rappresentanti degli operatori di altre due realtà italiane che hanno puntato su questa modalità di trazione, Bolzano e Venezia, rispettivamente SASA con il direttore d’esercizio Giorgio Rendo ed ACTV, presente con Massimo Diana, Responsabile direzione operativa mobilità terraferma.
Dunque gruppi industriali come Scania, rappresentata da Dario Del Pozzo, Channel manager public transport del Grifone in Italia, da Karsan Europe, con il General Manager Halit Özgür Altınsoy, e da un importante fornitore del fuel come Sapio, con Fabrizio Cardilli, Director of Business Development – Renewables & Hydrogen Energy.
Presente anche Cristina Maggi, presidente di H2IT, associazione di categoria italiana per la filiera dell’idrogeno, l’azienda di ricerca RSE (Ricerca sul sistema energetico) con Claudio Carlini e la società di ingegneria EMCEL che si occupa delle infrastrutture a idrogeno e delle celle a combustibile, con il Project Engineer Nicolò Queirazza.


Il racconto del convegno
Giuseppina Gualtieri, Presidente e AD di Tper, che ha aperto i lavori del convegno, ha dichiarato: «L’idrogeno è una sfida tecnologica che non riguarda solo il settore del trasporto pubblico, ma anche molte altre attività. Bologna fa parte delle cento città europee che hanno preso l’impegno della neutralità carbonica al 2030. Secondo la nostra roadmap, ci arriveremo anche attraverso il 12% della nostra flotta alimentata a idrogeno. Abbiamo raccolto questa sfida sposando la via del mix energetico, coerente con le esigenze del nostro territorio, legate a doppio filo ai sistemi di trasporto già esistenti. E in questa combinazione di tecnologie, per noi vincente, c’è spazio anche per l’idrogeno. L’azienda deve essere pronta, con le competenze giuste, costruendo una squadra altamente formata con competenze eterogenee, così da lavorare ogni giorno per trovare soluzioni anche per questa sfida. E in questo noi siamo in prima linea e arriveremo pronti rispettando le tempistiche PNRR che prevedono l’entrata in esercizio della flotta entro luglio 2026».
La tavola rotonda
Fabio Monzali, Responsabile impianti e infrastrutture Tper, aprendo la tavola rotonda, ha dichiarato: «Abbiamo iniziato a lavorare sull’idrogeno con progettualità già diversi anni fa e lo abbiamo fatto con i migliori specialisti del settore: insieme al partner Wolftank abbiamo costituito una joint-venture, TPH2, per l’ideazione e la realizzazione di quattro impianti di rifornimento e stoccaggio di idrogeno. Un progetto imponente, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista dei mezzi coinvolti, che da un lato ci fa onore, ma dall’altro ci dà il grande onere di avere una flotta in servizio tutti i giorni adeguata al profilo di missione dei mezzi».

Quindi il turno del pioniere dell’idrogeno in Italia, Sasa, forte di oltre dieci ani di esperienza con la tecnologia dell’H2: Giorgio Rendo ha spiegato come questa avventura si sia ripercossa, tra difficoltà e opportunità, sulla strategia futura dell’operatore di Bolzano, ponendo l’accento sui costi operativi; se i finanziamenti danno il “la” all’acquisto dei mezzi e dell’infrastruttura, i costi operativi rimangono poi a carico dell’operatore, che deve poterli sostenere economicamente.
Anche in Laguna, a Venezia, è terra di autobus a idrogeno e Massimo Diana ha raccontato l’esperienza di ACTV e le prospettive sui mezzi ad H2, spiegando quali sono, possono o, meglio ancora, dovrebbero essere gli strumenti per agevolare il percorso di transizione, superando gli ostacoli che si possono incontrare.
Spazio dunque all’associazione di categoria di riferimento per il mondo dell’idrogeno in Italia, ovvero H2IT: la presidente Cristina Maggi ha fatto il punto di dove sia e di dove stia andando la filiera, fotografando il quadro delle policy e, non da meno, quello dei costi (da abbassare).
Con Fabrizio Cardilli di Sapio, invece, si è conosciuta meglio una realtà che è un top player nella produzione di gas tecnici, capendo come la mobilità e il trasporto pubblico ricoprano un ruolo importante a livello aziendale. Una realtà impegnata in prima fila a costruire modelli di business che rendano fattibile e sensata la transizione all’idrogeno, come – per esempio – una cooperazione tra pubblico e privato, il cosiddetto PPP (Public-Private Partnership).
Dunque un costruttore come Karsan, che nella sua ricchissima offerta a portafoglio per il mercato europeo, tutta rigorosamente a “zero emissioni”, ha un dodici metri a idrogeno, l’e-ATA Hydrogen, per il quale ha scelto un nuovo partner di primissimo livello, Toyota, per la fornitura del sistema di celle a combustibile, come ricordato da Halit Özgür Altınsoy.
Voce un po’ fuori dal coro quella di Scania: Dario Del Pozzo, infatti, ha sottolineato come Scania sia un costruttore senza l’idrogeno a listino (al momento), per una scelta ben precisa, quella di puntare con rinnovato vigore sul cavallo di battaglia di casa, il gas, tecnologia “ponte” per eccellenza, specialmente in versione Lng. E infatti nella stessa Bologna sono numerosi gli Scania a metano liquefatto del Grifone.
