Bus, tram e metro a rischio: per garantire l’equilibrio economico-finanziario delle aziende del trasporto pubblico locale servono almeno 1,2 miliardi relativi al periodo 2021/primo trimestre 2022, aziende i cui ricavi sono stati duramente colpiti prima dallo stop dovuto al Covid e successivamente dal caro-carburanti. Questa situazione ha creato una forte contrazione della domanda di mobilità e dei relativi ricavi tale da compromettere l’equilibrio economico-finanziario dei contratti di servizio. Il fabbisogno aggiuntivo per assicurare l’equilibrio, per il 2021 è pari ad almeno 900 milioni di euro, a cui si devono sommare le perdite subite nel primo trimestre 2022 pari a 300 milioni. In tutto, appunto, 1,2 miliardi.

Questo l’appello delle associazioni di categoria del tpl Asstra, Anav e Agens: «Il settore del tpl rischia di ritrovarsi in ginocchio. È quindi fondamentale che il costituendo Governo intervenga il prima possibile per sbloccare il pagamento dei contributi per mancati ricavi, stanziati e ancora non corrisposti, per assicurare l’adeguata compensazione alle imprese, piegate prima dalla pandemia e ora dal rincaro dei costi dell’energia, dei carburanti e delle materie prime, complessivamente pari a oltre 300 milioni solo per l’anno in corso. Tale ritardo incide pesantemente sulla gestione della liquidità delle aziende che rischiano seriamente di non poter più garantire i loro servizi ai cittadini».

Inoltre, Asstra, Anav e Agens evidenziano che, in attesa dell’insediamento del nuovo esecutivo, «l’assenza di adeguati provvedimenti di ristoro avrebbe inevitabili riflessi anche sulle relazioni industriali del comparto in quanto l’accordo di rinnovo del Ccnl autoferrotranvieri del 10 Maggio 2022 condiziona il pagamento della seconda tranche dell’una tantum al pagamento dei ristori per i mancati ricavi del periodo gennaio 2021-marzo 2022».

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