Idrogeno o elettrico, è questo il dilemma. Scomodando l’Amleto e William Shakespeare non si fa peccato, perché il “bivio”, o meglio, le possibilità messe in campo dalla transizione energetica necessitano una scelta, una strada. Che, non per forza di cose, escluda l’altra. Ecco allora la sfida e la lunga volata in corso tra i motori elettrici e quelli a idrogeno per far funzionare i mezzi del futuro, a partire dagli autobus del trasporto pubblico locale.

Come ben sappiamo il Pnrr abbraccia l’agenda europea 2030 per abbattere le emissioni di CO2. Per farlo, va da sé, il ruolo della mobilità cittadina è fondamentale, centrale. A Venezia, per esempio, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha riservato 87 milioni di euro per l’acquisto di 120 nuovi autobus, 33 dei quali in arrivo entro due anni; 1,9 sono invece i miliardi previsti dal Pnrr per l’acquisto di mezzi pubblici a emissioni zero in tutto il Paese, che siano elettrici o a idrogeno, e delle rispettive infrastrutture di ricarica e manutenzione.

Come riportato dal Corriere del Veneto, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro è stato in visita in quel di Compalto, dove sono in fase di collaudo gli impianti per il rifornimento di idrogeno per autotrazione della Enistation di San Giuliano, prima stazione di servizio dello Stivale per il rifornimento di idrogeno in ambito urbano; dovrebbe diventare operativa entro la fine di marzo. Non è solo un’impressione: Venezia, come sottolineato dall’assessore alla Mobilità Renato Boraso, sta dando priorità all’idrogeno.

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