Nove miliardi e ottocento milioni di euro. A tanto ammonta il conto salato (salatissimo) per le casse dello Stato, dovuto al caro carburante in questo 2022 e legato ai provvedimenti adottati per tamponare l’emergenza, tra bonus trasporto pubblico, taglio delle accise, crediti d’imposta ad hoc per l’autotrasporto, l’agricoltura e le pesca.

Il dossier di Camera e Senato – curato dal Servizio Studi del Senato e dal Servizio Bilancio della Camera – sugli interventi per ridurre l’impatto degli aumenti su famiglie e imprese parla chiaro e per quanto concerne il mondo dei trasporti, a questo pianeta è andata la maggior parte delle misure, per un totale di 6 miliardi più 3,2 varati nel mese di ottobre, a cavallo del cambio di governo.

Nello specifico, come registrato da Il Sole 24 Ore, 4,5 miliardi di euro sono stati destinati al temporaneo taglio di accise e Iva, che si sommano ai 652 milioni – si legge – «messi in campo per riconoscere un credito d’imposta a favore delle imprese autotrasportatrici per l’acquisto di gasolio in veicoli di categoria euro 5 o superiore, ma anche per fronteggiare gli effetti del caro metano supportando le aziende che utilizzano mezzi di trasporto a basse emissioni.

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