Grave aggressione a Lucca: la vittima è una donna conducente
A Lucca si è consumato l’ennesimo atto di violenza a bordo bus, questa volta contro una donna al volante di un autobus del trasporto pubblico Secondo quanto riportato da Il Tirreno e La Nazione, in piazzale Verdi, all’interno delle mura storiche, una conducente di Autolinee Toscane è stata aggredita da due minorenni visibilmente alterati dall’alcol, […]
A Lucca si è consumato l’ennesimo atto di violenza a bordo bus, questa volta contro una donna al volante di un autobus del trasporto pubblico
Secondo quanto riportato da Il Tirreno e La Nazione, in piazzale Verdi, all’interno delle mura storiche, una conducente di Autolinee Toscane è stata aggredita da due minorenni visibilmente alterati dall’alcol, armati di bottiglie che volevano salire su bus di linea. Un’aggressione improvvisa e brutale, culminata in sputi, insulti, minacce di morte e tirate di capelli ai danni della lavoratrice, che in quel momento si trovava al capolinea in attesa della partenza.
L’episodio, come confermato dalle forze dell’ordine, ha visto protagonisti due giovani già noti alle autorità, uno dei quali coinvolto lo scorso anno in un accoltellamento. La vittima, sotto shock ma lucida nel racconto, ha riferito: «Ho visto i loro occhi furiosi. Uno di loro mi ha detto che se fossi stata in Tunisia mi avrebbe tagliato la gola. In quel momento ho temuto davvero di morire».
Il tempestivo intervento della polizia, allertata da alcuni passanti, ha evitato il peggio. I due aggressori sono stati fermati e condotti in questura, mentre l’autista è stata medicata al pronto soccorso del San Luca per le ferite e il forte spavento.
La voce dell’azienda e il nodo sicurezza
Autolinee Toscane ha espresso in una nota “piena solidarietà alla propria dipendente”, condannando fermamente l’aggressione e ribadendo che “nessun gesto di violenza può essere tollerato”. L’azienda, che negli ultimi mesi ha installato telecamere di bordo e pulsanti di emergenza sui mezzi, sta valutando un ulteriore potenziamento dei sistemi di sicurezza in collaborazione con le forze dell’ordine e con il Comune di Lucca. Resta tuttavia aperta la questione della prevenzione. Non bastano più gli appelli occorre infatti che la sicurezza a bordo diventi parte integrante della progettazione del servizio, come già accade in diversi Paesi europei, dove il conducente è protetto da cabine rinforzate o dotato di sistemi di allarme immediato.
I dati dei sindacati
L’episodio di Lucca non è un caso isolato. Secondo le stime dei principali sindacati di categoria (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Faisa Cisal), nel corso del 2024 si sono registrati oltre 400 episodi di violenza contro autisti, controllori e personale viaggiante in tutta Italia. In Toscana, negli ultimi mesi, si contano almeno una dozzina di casi documentati, alcuni dei quali con feriti. Dietro quei numeri si nasconde un copione che si ripete, la frustrazione individuale che si trasforma in violenza verso chi rappresenta un servizio pubblico, spesso lasciato solo a gestire situazioni di rischio.
“Servono cabine blindate e maggior tutela legale per il personale di guida”»” — ribadiscono le organizzazioni sindacali — “e serve un impegno concreto delle aziende e delle istituzioni per garantire la sicurezza del servizio e dei cittadini”.
Un segnale da non ignorare
L’aggressione di Lucca non parla solo di un fatto di cronaca, racconta la fragilità crescente del vivere civile. La figura dell’autista, simbolo di servizio e normalità quotidiana, diventa sempre più spesso il bersaglio di rabbie senza volto. Dietro al parabrezza non c’è solo chi guida un mezzo:,c’è chi assicura mobilità, puntualità e sicurezza a centinaia di persone ogni giorno. Quando la violenza si abbatte su di loro, a perdere è l’intera collettività.
L’aggressione alla conducente di Autolinee Toscane non deve restare una semplice notizia di cronaca nera, ma un campanello d’allarme di una situazione ormai diffusa e grave. Le istituzioni — a partire dal Governo — sono chiamate a intervenire con misure urgenti, sia sul fronte repressivo, con pene certe per chi aggredisce personale in servizio, sia su quello preventivo, rafforzando l’educazione civica e l’inclusione sociale. Dal canto loro, le aziende di trasporto devono poter contare su risorse dedicate per incrementare i controlli e garantire mezzi realmente protetti, come richiesto dai sindacati.
Perché la sicurezza di chi guida, ogni giorno, è la sicurezza di tutti.
di Gianluca Celentano
