Sfratto ai bus turistici: Milano dichiara guerra alla sosta “selvaggia” in centro
Niente più soste sotto il Castello o in doppia fila in Foro Buonaparte: dopo anni di segnalazioni da parte dei residenti e una petizione promossa dal Municipio 1, il Comune di Milano detta le nuove linee guida per la gestione dei bus turistici: ingresso in Area C solo per rapide operazioni di salita e discesa […]
Niente più soste sotto il Castello o in doppia fila in Foro Buonaparte: dopo anni di segnalazioni da parte dei residenti e una petizione promossa dal Municipio 1, il Comune di Milano detta le nuove linee guida per la gestione dei bus turistici: ingresso in Area C solo per rapide operazioni di salita e discesa passeggeri, e solo previa prenotazione tramite il portale, probabilmente MyAreaC. Questo è quello che emerge da un articolo di Repubblica.
Accessi brevi e sosta ai margini del centro per i bus turistici
Il piano approvato dalla Giunta prevede che i pullman turistici possano transitare nel centro solo per il tempo strettamente necessario al carico e scarico delle comitive. Le aree di sosta verranno spostate ai margini della Cerchia dei Bastioni, quindi area B: Porta Venezia, piazza Repubblica, Ceresio, Pagano, oltre ai principali snodi della rete metropolitana come Lampugnano, Rogoredo, Lambrate e Assago. Secondo Palazzo Marino, queste zone saranno potenziate con spazi dedicati e servizi per gli autisti, anche in caso di soste lunghe o notturne. Ma al momento si tratta solo di linee di indirizzo; la reale efficacia dipenderà dall’attuazione concreta e in tempi brevi.
Rischio di penalizzare un comparto virtuoso
L’obiettivo dichiarato è ridurre traffico – e forse le sanzioni? – e impatto ambientale in aree simboliche, come piazza Castello, accusata da alcuni residenti di essere “invasa da bus inquinanti in sosta abusiva”. Un’accusa generica che, tuttavia, rischia di alimentare un clima ingiustamente ostile verso un intero comparto. Il settore dei bus turistici ha investito – e non poco – in mezzi a basse emissioni, Euro 5 ed Euro 6, pienamente in linea con le normative ambientali vigenti. Si tratta di veicoli controllati, moderni, spesso più efficienti – in termini di emissioni per passeggero – di molte automobili private che continuano a circolare senza restrizioni.
Prenotazioni, tempi e paradossi operativi
La misura, oltre a non essere ancora operativa, solleva diverse questioni tecniche: con quanto anticipo si prenota? Dove si visualizzano le disponibilità? E soprattutto, cosa succede all’autista che, dopo aver scaricato il gruppo, deve fare chilometri per tornare a riprenderlo? Il rischio è che, tra traffico e soste “a intermittenza”, si creino percorsi dispersivi e tempi morti, con conseguente aumento dello stress operativo, traffico e possibili sanzioni, nonché maggior inquinamento. Pensiamo al caso, tutt’altro che raro, di un gruppo che chiede di essere lasciato in piazza Castello e ripreso un’ora dopo: se i parcheggi designati – come Pagano o i Bastioni – sono saturi, l’autista sarà costretto a improvvisare, magari rinunciando alla pausa prevista.
In casi come questi, sarebbe auspicabile promuovere davvero l’uso dei mezzi pubblici milanesi per gli spostamenti urbani delle comitive, ma – come spesso accade – le eccezioni finiranno per diventare la regola, specie se mancherà fermezza da parte di vettori e autisti.
Gli operatori: “Servono regole, non ostacoli”
Dal settore arriva una risposta ferma ma equilibrata: “Siamo favorevoli a una regolamentazione che tuteli la città, ma va costruita insieme agli operatori. Non possiamo permettere che soluzioni inadeguate diventino nuovi problemi”. Chi porta turismo a Milano non può essere trattato come un intralcio. Qui non si contesta il principio, ma la modalità. Le città vanno protette, ma anche servite, e il turismo in pullman – se ben regolato – non è il nemico, ma una risorsa.
di Gianluca Celentano
