Autobus gratis, dopo la Germania anche in Francia si fa in strada l’ipotesi del trasporto pubblico gratuito. La motivazione è sempre la stessa, combattere lo smog da traffico privato spostando in modo massiccio la mobilità urbana motorizzata verso il trasporto pubblico. Una ricetta valida anche per l’Italia? Per Massimo Roncucci, presidente Asstra, le priorità nello Stivale sono altre: «In Italia l’obiettivo prioritario è investire nelle infrastrutture per ridurre il gap che ci divide dall’Europa. Cittadini italiani chiedono più trasporto pubblico e di qualità».

Autobus gratis? Meglio colmare il gap infrastrutturale

«Due indizi fanno una prova e noi non possiamo che compiacerci nel vedere che finalmente nei paesi di punta europei si riconosca nel trasporto pubblico l’ago della bilancia per la sostenibilità della mobilità urbana. In Italia però la situazione si presenta radicalmente diversa rispetto a questi due paesi». Asstra, insieme ad Anav, aveva già preso parola poche settimane fa quando aveva iniziato a circolare la notizia della proposta avanzata dal governo tedesco, che si è detto disposto a coprire il buco da 13 miliardi che i mancati introiti derivanti dall’utilizzo gratuito dei mezzi pubblici genererebbero nei bilanci degli enti locali. Ora arriva anche la Francia. Prosegue Roncucci: «Il problema prioritario del nostro sistema di trasporto pubblico è, infatti, il gap infrastrutturale che ci vede fanalini di coda rispetto ai maggiori paesi europei e con un parco autobus tra i più vecchi».

Il biglietto? Costa già poco

Inoltre, prosegue il vertice di Asstra in una nota stampa, «da noi il problema non è il costo del biglietto, tra i più bassi in Europa. Le indagini sui comportamenti di mobilità degli italiani mettono in evidenza la disponibilità delle persone a pagare anche di più il prezzo attuale dei mezzi pubblici. In cambio, però, tutti chiedono maggiore qualità e quantità di servizi.  Perché se si pensa di arrivare col biglietto gratis a spostare una quantità di utenza dal trasporto privato/automobile tale da fare la differenza sui livelli di inquinamento urbano, a monte bisognerebbe essere sicuri di proporre ai cittadini un sistema infrastrutturale in grado di reggere l’impatto di un trasferimento modale così massiccio. Per non parlare del problema di dare una copertura economica alla manovra del trasporto pubblico gratis. Inoltre c’è il rischio di trasmettere al cittadino, involontariamente, l’idea che il biglietto dei mezzi pubblici sia un’opzione, mentre a nessuno verrebbe in mente di contestare l’ovvietà di dover pagare la luce, il gas, i rifiuti, ecc.  Insomma si potrebbe aprire una specie di finestra di Overton per il trasporto pubblico».

Il fine non giustifica i mezzi

L’obiettivo è giusto, sottolinea Roncucci,  «ma il mezzo per raggiungerlo non credo possa essere la scorciatoia della gratuità. Noi siamo convinti che la risposta strutturale per i danni recati alle aree urbane da traffico e inquinamento sia lo sviluppo del trasporto pubblico.  Ci aspettiamo che il Parlamento ed il prossimo Governo facciano scelte importanti e coraggiose in tal senso senza fare marcia indietro rispetto alla linea di investimenti intrapresa da poco  per dare all’Italia un sistema di trasporti pubblici all’altezza di una grande nazione. Comunque seguiremo con interesse gli esperimenti di gratuità in Francia e Germania, anche se le esperienze già in atto in tal senso in giro per il mondo mostrano che lo sforzo non vale la candela».

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