Roberto_Sommariva

Roberto Sommariva

Una bufala, si diceva una volta. Ma nell’era digitale è più ‘cool’ dire che è un ‘fake’ (scusaci Tullio De Mauro, se puoi). Stiamo parlando di Atac, l’azienda di trasporto di Roma che (quasi) ogni giorno regala alle cronache materiale su cui scrivere, discutere, costruire castelli e possibilità scenari. A tenere banco in questi giorni, oltre alla nota vicenda Mafia Capitale è la notizia secondo cui ci sarebbe «una pista cinese per il futuro di Atac». In sostanza, l’azienda guidata da Danilo Broggi avrebbe aperto un tavolo per la ricerca di un partner industriale capace di dare una ‘spinta’ al rinnovo del parco. Ma non un partner qualunque. Si parla di King Long, un nome che in questi ultimi tempi è sulla bocca di tutti. Ma il lavoro del giornalista, anche nell’era digitale, è quello di verificare le fonti. E se il sottoscritto non ha nessuna intenzione di mettere in discussione i virgolettati di Guido Improta che nei giorni scorsi ha dichiarato che «un’azienda cinese sarebbe interessata ad entrare in partnership con Atac, in particolare per un eventuale leasing dei bus» il dubbio è sul nome del partner cinese in oggetto. Sarà davvero la stessa King Long Italia, maggior azionista di IIA (Industria Italiana Autobus), azienda che ha inglobato Bredamenarinibus e il polo ex Iveco di Valle Ufita? A questo punto non resta che alzare il telefono e chiamare Stefano Del Rosso, amministratore delegato della IIA. «Tutto falso», chiosa Del Rosso dal suo quartier generale di Fiano Romano (RM). «Non c’è stato nessun contatto né con King Long Italia né con la casa madre». Scusi, ma le dichiarazioni di Improta? «Sappiamo che una delegazione cinese si è incontrata con l’assessore, ma non erano i ‘nostri’. E poi scusi, stiamo parlando di un’azienda pubblica queste operazioni si possono fare solo ed esclusivamente tramite gara. Di cosa stiamo parlando?».

Un po’ dispiace, bisogna ammetterlo. Nella ‘grande Germania’, per esempio, l’85 per cento degli autobus venduti ogni anno sono di costruttori autoctoni, che per altro producono in Turchia. Sarebbe stato bello, per una volta, fare sistema rinnovando un parco vetusto, quello di Atac, dando lavoro e speranza ai lavoratori di Bredamenarinibus di Bologna e riaccendere altresì le speranze dei 300 operai di Valle Ufita a casa da circa 4 anni.

 

 

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