“Noi siamo per il rispetto delle regole e quindi ben vengano i controlli effettuati dal Comando dei Carabinieri per la tutela della salute. Le imprese del trasporto pubblico con autobus stanno compiendo sforzi enormi, con grande senso di responsabilità, mettendo in campo tutte le risorse e le professionalità a disposizione per offrire a tutti un trasporto sicuro”. Così Giuseppe Vinella presidente di ANAV, l’Associazione di settore aderente a Confindustria.

Anav

Anav, le aziende in prima linea

“Sin dal principio dell’emergenza epidemiologica – prosegue Vinella – le nostre imprese si sono scrupolosamente attenute alle misure di contrasto e contenimento del virus stabilite, mettendo in atto i protocolli e osservando le linee guida indicate, tra le quali l’obbligo di disinfezione e sanificazione dei mezzi di trasporto. Tutto questo grazie a risorse rilevanti in un contesto economico e finanziario fortemente provato dagli impatti della pandemia. Ma in questo clima di “caccia al virus”, non possiamo che essere più che favorevoli ai controlli, serviranno a rassicurare tutti e a provare che non c’è da demonizzare il tpl.

Anav, li dati dei Nas

E sono gli stessi dati forniti dai NAS a parlare: su 756 tamponi di superficie eseguiti, 724 di questi (il 96%) si sono rilevati privi di ogni traccia mentre sono stati rilevati solo 32 casi (il 4%) di presenza di materiale genetico del virus sulle superfici dei mezzi, senza che questa circostanza sia indice di effettiva vitalità dello stesso, come precisato nella medesima nota stampa del Comando dei Carabinieri.

Gli studi scientifici

Studi scientifici a livello nazionale e internazionale hanno d’altronde dimostrato che l’autobus è un mezzo sicuro: tra questi, l’Università degli Studi Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara che ha prelevato per due settimane campioni dall’aria e dalle superfici maggiormente a contatto con i passeggeri su un autobus regolarmente in circolazione, non rilevando il virus in nessuno degli oltre 100 campioni analizzati. La stessa ANAV ha poi condotto un’indagine presso le proprie imprese dalla quale è emerso che su un campione di oltre 5.000 conducenti la percentuale di conducenti risultati positivi, che hanno dunque contratto il virus a prescindere da dove questo sia avvenuto (quindi non solo sull’autobus), è inferiore al 2%, contro una media nazionale che, al momento dell’indagine effettuata a gennaio 2021, si attestava su quasi il 4%.

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