Si apre con il 10,8 la storia italiani per i MultiClass Euro VI. Al netto delle griglie posteriori, l’autobus è il gemello del precedente. In sala macchine, però, cambia tutto. Da un 12 litri attempato si passa a un 7,7 sempre vivace

Migliorare senza stravolgere. È questa l’essenza della nuova famiglia Setra MultiClass che varca l’Euro VI senza troppi clamori e diventa da subito la gamma d’accesso al marchio di Ulm (vista l’uscita della serie Nf, di fatto un Citaro, sostituita da un Le non ancora presentato).

La gamma MultiClass Ul in salsa Euro VI conta cinque modelli che coprono l’arco tra i 10,8 metri del 412 e i 15 metri dell’S419. Insomma, sigle e misure riconfermate così come la “faccia” che rimane in sostanza quella della versione precedente. A cambiare è comunque la “polpa”, cioè il motore. Qui entra in gioco il 7,8 litri, l’Om 936, che sostituisce il 12 litri (l’Om 447) e ripropone la stessa e identica potenza con 5 kgm in meno di coppia. Un’inezia se si considerano i consumi al ribasso, l’andamento delle curve caratteristiche e la “pulizia” della sala macchine che ha dovuto però accogliere i mille ammennicoli dell’Euro VI che si chiamano Scr, Egr, Dpf, Doc nonché superfici radianti più generose (le nuove griglie posteriori, infatti, sono l’unico segno distintivo a livello estetico della nuova gamma).

In esclusiva AUTOBUS ha fatto una sgambata sul Setra MultiClass S 412 Ul Euro VI, da poco consegnato alla Di Fonzo di Vasto (Chieti) che lo impiegherà su percorsi interurbani caratterizzati da continui passaggi all’interno di piccoli centri abitati. Con questo acquisto la Di Fonzo si riconferma un’azienda vitale. Dopo aver tenuto a battesimo, per l’Italia, la serie ComfortClass, oggi l’azienda abruzzese mette nelle proprie fila il primo MultiClass Euro VI con targa italiana. Insomma, all’appello manca solo il TopClass…

Interni: la sobrietà in stile tedesco

L’interno del Setra MultiClass S412 Ul è caratterizzato da una certa sobrietà che poi è la firma indistinguibile dei prodotti sfornati da Ulm. All’interno si contano 77 posti, di cui 34 in piedi e 39 seduti sui Setra Transit. Questi sono ricoperti in stoffa e presentano lo schienale “alto”, i braccioli abbattibili e le cinture di sicurezza. A bordo anche quattro strapuntini richiudibili, collocati nella “piazzola” centrale pronta a ospitare l’eventuale carrozzella alla quale è consentito l’accesso all’interno grazie al sollevatore elettrico Braun integrato nella porta centrale. Le cappelliere aperte con mancorrente corrono per tutta la lunghezza del Classe II tedesco che affida l’illuminazione interna a un misto led/neon.

All’aria fredda pensa invece il Konvekta EvoCool Basis montato sul tetto, mentre in inverno si risvegliano i canonici convettori a pavimento. Due le porte d’accesso, entrambe rototraslanti pneumatiche a marchio Setra: quella davanti è singola, doppia la centrale. Visto l’utilizzo interurbano la Di Fonzo ha optato per il frontale dritto, comunque, è disponibile su richiesta, il frontale turistico inclinato che migliora le doti aerodinamiche e mette di fatto la firma “Classe III” sul mezzo. Il vano bagagli, ben rifinito e illuminato, è capace di 3,2 metri cubi, non tantissimi, certo.

Chi volesse qualche metro cubo in più dovrà aspettare la versione H con pavimento rialzato da circa 1.060 millimetri, che però non è disponibile nella versione corta da 10,8 metri.
L’intero cockpit è pressoché simile a quello dei suoi fratelli “maggiori”, ma dato l’impiego principale di questo autobus risulta essere leggermente più spartano. L’ergonomia risulta elevata e tutti i comandi sono visibilmente e facilmente rintracciabili, compresi i tasti del cambio automatico Zf che sono montati sul lato destro della plancia di guida. Il sedile di guida è un Grammer (modello Linea/Tourea) con bracciolo abbattibile, microfono integrato e cinture di sicurezza

Molteplici sono le possibilità di regolazione sia del sedile di guida sia del volante. In plancia è collocato centralmente un display multifunzionale mentre ai suoi lati restano in sella il tachimetro e il contagiri di tipo analogico.

Meccanica: dal 12 si passa a un 6 da 8 scarsi

La vera novità di questo autobus Setra è rappresentata dal suo cuore, l’Om 936: un 6 cilindri in linea da 7,7 litri in versione Euro VI. Questo propulsore per l’occasione sprigiona 299 cavalli per una coppia massima di 122 chilogrammetri disponibili nella fascia compresa tra 1.200 e i 1.600 giri.
Al contenimento delle emissioni concorrono numerose tecnologie. Come il common rail di ultima generazione, il post-trattamento dei gas di scarico con catalizzatore Scr e il ricircolo dei gas di scarico (Egr); quest’ultimo ha richiesto ovviamente radiatori più grandi rispetto alla precedente versione in Euro V capaci in sintesi di dissipare il calore in aumento.
Il catalizzatore Scr e il filtro antiparticolato sono montati sul lato sinistro dell’autobus e si presentano facilmente accessibili garantendo così operazioni di manutenzioni ordinaria facili e veloci.

La scelta della trasmissione è caduta sulla Zf Ecolife che proprio sull’orografia abruzzese sembra esprimere il meglio di sé.
Il cambio automatico ZF Ecolife presenta un gruppo epicicloidale composto da un sistema di tre ingranaggi semplici e interconnessi. L’apertura e la chiusura dei diversi gruppi realizza i diversi rapporti.

La gestione del processo è affidata alla centralina elettronica che realizza la circuitazione epicicloidale. Con l’Ecolife la strategia del cambio non è statica ma si ricalcola in base a un’equazione della dinamica, a tutto beneficio del comfort e della riduzione dei consumi. Porta la firma Zf l’assale anteriore a ruote indipendenti mentre sul posteriore lavora l’Ro 440; entrambi sono dotati di barra stabilizzatrice di marcia oltre che al classico kneeling.

Tra le dotazioni opzionali spicca, oltre l’Ecolife e il controllo elettronico della pressione degli pneumatici (Rdk), l’impianto antincendio per il vano motore.

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