Addio diesel, il futuro della mobilità urbana è elettrico. Un mantra che anche Tep ha fatto proprio, abbracciando le istanze della transizione energetica ed ecologica verso un sistema di trasporto più sostenibile.

Un deciso passo avanti per la mobilità elettrica e a basso impatto ambientale a Parma e provincia. È questa l’essenza del progetto che è stato presentato questa mattina a Barriera Bixio accanto alla storica sede delle tranvie elettriche parmensi. Si tratta di un piano pluriennale di rinnovo della flotta, ma non solo. Sono infatti previste anche innovazioni strutturali funzionali a sviluppare la qualità dell’offerta di mobilità collettiva.

Il progetto nasce dal piano di miglioramento in senso ecologico del parco Tep avviato nel 2018 che ha prodotto investimenti fino al 2023 per 52 milioni di euro. A questa cifra corrisponde l’entrata in servizio di 195 nuove vetture per il trasporto pubblico urbano ed extraurbano, che ad oggi hanno permesso di ridurre del 70% le emissioni di polveri sottili emesse dai bus aziendali.
Da queste basi prende il via il piano di sviluppo per i prossimi anni per una mobilità pubblica più sostenibile, grazie anche all’evoluzione delle tecnologie disponibili sul mercato. Il progetto si svilupperà in 3 fasi: eccole.

Mobilità urbana a trazione elettrica

L’infrastruttura filoviaria già oggi permette a Tep di offrire mobilità a impatto zero sulle principali linee della città. Tra il 2020 e il 2021 sono stati 10 i nuovi filobus full-electric acquistati da Tep, in grado di servire anche tratti senza linea filoviaria. In servizio sulla linea 1, questi veicoli viaggiano a batteria tra la stazione e il parcheggio nord, ad oggi il tratto a marcia autonoma più lungo d’Europa.
A questi si aggiungerà un nuovo lotto di 8 filobus in arrivo entro la fine del 2022 che permetterà di sostituire tutte le ultime vetture filoviarie di vecchia generazione.
Completato il progetto filoviario, l’azienda procederà all’acquisto di bus elettrici puri. Si tratta del primo lotto di veicoli acquistati con questa tecnologia, che comincia a mostrarsi affidabile e a presentare un’autonomia accettabile. Alla fine del 2023 arriverà a Parma una prima tranche di 12 bus elettrici e, a seguire, altri 15. Saranno destinati in prima battuta alla linea 8 e, a cascata, alle linee 2 e 9. Entro pochi anni, dunque, le linee con percorso interamente compreso nell’area urbana saranno servite con mezzi elettrici o filobus full-electric, fatta eccezione per la linea 15 che oggi utilizza bus “eco-smart” a bassissime emissioni.

Mobilità suburbana a basso impatto

Sulla rete suburbana non è possibile utilizzare vetture elettriche per la loro limitata autonomia. Per ridurre il peso ambientale della mobilità extracittadina, dunque, l’azienda completerà la dotazione di mezzi a metano – sia corti che autosnodati – attivando una serie di interventi strutturali funzionali a superare i limiti degli impianti in uso che oggi non consentono la manutenzione e il rifornimento di bus a doppia cassa alimentati a gas naturale.
Saranno 8 i nuovi autobus autosnodati a metano in arrivo nel prossimo biennio e destinati ai trasporti suburbani. Il lotto rientra nei progetti del PNRR, con un investimento di circa 3 milioni di euro.
Entro il 2024 sarà completata l’estensione del metano a tutte le corse delle linee con i capolinea localizzati in area suburbana, comprese quelle che richiedono vetture ad alta capacità. L’intervento avrà ricadute positive anche sulla mobilità cittadina, poiché interessa linee urbane prolungate in ambito suburbano (linee n. 6, 7, 11, 12, 13, 21 e 23), che quindi attraversano il centro di Parma.

Tep, le infrastrutture per la mobilità sostenibile

Gli investimenti descritti nelle due fasi precedenti non si esauriscono semplicemente con l’acquisto di nuovi autobus, ma richiedono interventi infrastrutturali rilevanti che segnano un impegno consistente e permanente sulla strada della sostenibilità.
L’acquisto dei bus elettrici, in particolare, richiederà l’installazione di apparati di ricarica veloce all’interno del deposito di via Taro. L’introduzione dei nuovi autosnodati a metano invece, renderà necessario un intervento che interessa soprattutto l’impianto di rifornimento. Quello attualmente in uso, infatti, è strutturato per l’alimentazione di bus più corti e servirà un adeguamento. Nel contempo, sarà fortemente ridimensionata la rete di rifornimento di gasolio, che al termine del progetto sarà utilizzato esclusivamente per l’alimentazione di mezzi adibiti a riserva e dei classici bus blu extraurbani che coprono tratte molto lunghe per le quali il metano non offre un’autonomia sufficiente. Saranno inoltre adattate le officine per la manutenzione di un numero maggiore di mezzi a doppia cassa.

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