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Il malfunzionamento delle macchinette di lettura delle carte Opal in Australia ha causato non pochi danni al gestore australiano.

Nelle scorse settimane vi abbiamo raccontato dei problemi sorti nella città di Sydney a seguito del malfunzionamento delle obliteratrici sugli autobus cittadini. Oltreoceano i viaggiatori sono infatti obbligati a timbrare la loro carta sia salendo sul bus sia all’uscita, determinando così il costo del viaggio che viene automaticamente scalato dalla carta. Carta che spesso però non registrava i movimenti dei passeggeri: i più fortunati viaggiavano gratis, mentre ai più svantaggiati veniva accreditato tutto l’intero tragitto dell’autobus.

A fare i conti ora è la State Transit Authority che, secondo i dati riportati dal Telegraph, ha registrato un calo nei guadagni pari a venti milioni di dollari. I ricavi nei 12 mesi in cui è entrata in funzione la carta Opal sono stati pari a 330,2 milioni di dollari contro i 350 milioni medi degli ultimi quattro anni. Tenendo conto anche dei flussi stagionali, gli ammanchi potrebbero lievitare fino a 52 milioni di dollari.

Per correre ai ripari la State Transit Authority ha programmato un aggiornamento del software che dovrebbe risolvere il problema tecnico, tornando a portare liquidità nelle casse dell’operatore di trasporto pubblico, in vista anche dell’estensione di validità della carta a partire da agosto anche sulla rete dei traghetti.

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