Iveco all’indiana Tata. Il ministro Urso in audizione alla Camera: “Il governo garantirà l’interesse nazionale nella cessione”
Nella pomeriggio di oggi, mercoledì 12, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha risposto in audizione alla Camera dalle commissioni Attività Produttive e Lavoro sull’acquisizione di Iveco Group da parte di Tata Motors. Nel corso dell’audizione, iniziata alle 14, Urso ha liquidato la domanda-possibilità che Leonardo avanzasse offerta non solo […]
Nella pomeriggio di oggi, mercoledì 12, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha risposto in audizione alla Camera dalle commissioni Attività Produttive e Lavoro sull’acquisizione di Iveco Group da parte di Tata Motors.
Nel corso dell’audizione, iniziata alle 14, Urso ha liquidato la domanda-possibilità che Leonardo avanzasse offerta non solo per Iveco Defence, ma per tutto il Gruppo. Queste le parole del titolare del Mimit: «L’ipotesi di una offerta di Leonardo per tutta Iveco e non solo per la parte difesa e perlomeno bizzarra». Che a seguire ha aggiunto: «Il governo garantirà l’interesse nazionale nella cessione a Tata Motors. La chiusura dell’operazione è subordinata all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni, tra cui quelle in materia di antitrust e golden power».
Urso ha spiegato: «Mi si chiede: ma perché Leonardo non poteva fare una proposta anche per la parte civile? Perché non credo che Leonardo abbia gli strumenti tecnologici, scientifici, manageriali per fare anche il produttore di auto o di veicoli. Per favore, mi sembra un’ipotesi bizzarra perlomeno. La chiamo bizzarra per non dire altro. Leonardo fa quello che sa fare Leonardo: l’industria della difesa e della sicurezza ed è giustamente in questo sempre più un grande campione, tra l’altro di respiro europeo con gli accordi recentemente sottoscritti con altri partner».
Infine, Urso ha aggiunto: «Noi non vendiamo, non facciamo vendere, o comunque per quanto possibile, ovviamente per il potere che ha il Governo, a un’azienda cinese, tutto il complesso, compreso quello militare’ come dall’offerta degli anni scorsi, ma abbiamo indirizzato affinché ci fosse un’azienda italiana, Leonardo, che potesse, in un regime di libero mercato, acquisire la parte difesa»
