Negli ultimi anni, molti argomenti legati alla vita dell’autista sono stati trattati con obiettività. E oggi è importante proporre un approfondimento che riguarda un aspetto spesso messo in secondo piano: la formazione. Un tema ricco di sfaccettature che merita attenzione.

Conducenti: i giovani della Generazione Z

Prima di addentrarci nel cuore della questione, è importante fare un passo indietro per capire chi sono oggi i giovani che si avvicinano (o non si avvicinano) a questa professione. Un dato significativo: sono cambiati gli obiettivi. Parliamo della Generazione Z, ragazzi nati tra il 1997 e il 2012, figli della Generazione X (1969-1980). Quest’ultima si è distinta per la sua capacità di risolvere i problemi autonomamente, vivendo a cavallo della rivoluzione informatica e, diciamolo, lavorare con il “disco”.
Negli anni ’80 e ’90, con l’aumento dell’istruzione, molte famiglie hanno cominciato a spingere i figli verso studi e lavori d’ufficio, riducendo l’appeal dei mestieri manuali, considerati meno gratificanti, oltre che meno retribuiti. Un fenomeno contagioso nella popolazione che si è tradotto anche un po’ in classismo.  Questo cambiamento ha portato alla realtà della sovraistruzione o sovra informazione grazie a internet, che già durante le prime giornate di formazione nelle aziende di autolinee o TPL diventa evidente, creando la necessità di nuovi modelli di interazione tra aziende e conducenti.

Il nuovo orientamento mentale

Un altro aspetto cruciale riguarda la preparazione mentale della Generazione Z, più orientata alla flessibilità lavorativa, a modelli ibridi, orari personalizzati e benessere mentale. Questo atteggiamento, purtroppo, esclude realtà lavorative che non riescono ad adattarsi a queste nuove esigenze.

Le tipologie di formazione

  1. Formazione per la patente. L’investimento più innovativo da parte delle società di mobilità riguarda la selezione di candidati, solitamente in possesso della sola patente B. Grazie ai fondi aziendali, i candidati vengono formati per ottenere la patente D e il CQC. Questo processo non è solo tecnico: il candidato sviluppa consapevolezza e motivazione, fino al momento in cui, con la patente in mano, prende posto al volante del suo primo autobus. Poi comprenderà autonomamente pro e contro del lavoro.
  2. Formazione per autisti già patentati. Per chi ha già esperienza, il passaggio a una nuova azienda o ruolo è spesso legato al job-hopping. La Generazione Z, pur essendo brillante, spesso si presenta in aula silenziosa, forse per i dubbi che emergono di fronte a un nuovo percorso professionale. Questo atteggiamento può nascondere incertezze, nonostante le valide lezioni motivazionali delle grandi aziende.

L’evoluzione: un futuro incerto ma promettente

La disponibilità di investimenti nella mobilità è un tema cruciale, oggi come in futuro. Le molteplici opzioni di mobilità e la crescente flessibilità potrebbero ribaltare il concetto attuale di mobilità personale come la soluzione più ambita. Recentemente, in un’intervista al professor Savaresi del DEIB del Politecnico di Milano, è emerso che il car sharing, se implementato correttamente, potrebbe rappresentare una delle soluzioni più promettenti per la mobilità futura. Da qui il collegamento con la mobilità collettiva è breve.

di Cristian Guidi

In primo piano

Articoli correlati

FAST, l’impegno a tutelare la parità di genere nel tpl

La notizia arriva con una nota dalla FAST Confsal Trasporto Pubblico di Linea, la Federazione Autonoma dei Sindacati dei Trasporti, impegnata da tempo nell’analisi delle condizioni lavorative del personale alla guida dei bus. L’iniziativa è stata indirizzata al Presidente della Regione Lazio, al Sin...
Blog

Patenti, formazione e carriera: quale futuro per gli autisti? Parte2

La mobilità su autobus, in particolare nelle linee, ha enormi potenzialità di sviluppo, sia in termini di servizi che di opportunità professionali. Le grandi aziende locali stanno cercando di trasmettere un senso di appartenenza ai nuovi assunti, anche se spesso la realtà professionale non è all&#82...
Blog