Cassa depositi e prestiti e Ferrovie dello stato: prende le mosse un patto volto a rivoluzionare il trasporto su ferro metropolitano. Al centro dell’accordo siglato tra le due società ci sono proprio le metropolitane, nervo scoperto di un’Italia sbilanciata sulla gomma e avara di chilometri su rotaia nei grandi centri urbani (il trasporto su ferra soddisfa il 36 per cento del fabbisogno di mobilità locale). La realizzazione di nuove strutture partirà da Milano, Roma e Napoli. Il trasporto pubblico locale entra così in maniera sempre più dirompente nel mirino del gruppo di Mazzoncini: «ogni giorno 5,4 milioni di italiani si spostano sui mezzi pubblici, di cui meno di un terzo viaggia su Trenitalia. Il pendolare ha bisogno di un sistema integrato di trasporti: arriva in treno e poi sale sulla metropolitana o sull’autobus. L’ideale è che lo possa fare usando un unico abbonamento. Noi stiamo facendo questo in Piemonte, in Veneto, in Umbria», le parole dell’amministratore delegato Fs.

Fs, nuovi treni in cambio di affidamenti

Mazzoncini ha rilasciato nei giorni scorsi una lunga intervista al settimanale Panorama. Da Fs arriva la proposta alle amministrazioni di una sorta di patto faustiano: rinunciare alle gare in cambio della promessa di ingenti investimenti da parte delle ferrovie: «Fs sono disposte a mettere 4,5 miliardi di investimenti in nuovi treni e tempi brevi: 2 anni contro i 5-6 necessari dopo l’aggiudicazione delle gare». Parole che vanno in aperto contrasto con la via maestra dettata dall’Europa: abbandonare gli affidamenti diretti e sfruttare lo strumento delle gare di servizio in un’ottica di efficientamento del tpl consentita dalla concorrenza.

L’accordo Fs – Cassa Depositi e Prestiti

Sul piatto ci sono una montagna di finanziamenti. Cdp, si legge su Repubblica, ha concesso circa 7 miliardi, altri 4,5 sono disponibili da fondi europei. Il patto è stato siglato dai due numeri uno, Renato Mazzoncini e Fabio Gallia. Vi si legge che la mission è «promuovere e sviluppare in Italia nuovi investimenti per realizzare reti metropolitane urbane e infrastrutture per il trasporto rapido di massa». Un obiettivo che vede Fs come attore privilegiato pronto a “sporcarsi le mani”.  Ferrovie e Cdp, si legge in una nota congiunta, s’impegnano a «collaborare, identificare e promuovere progetti relativi a nuove opere da realizzare (iniziative greenfield), e all’ampliamento di infrastrutture esistenti (iniziative brownfield), secondo un approccio volto a favorire la partecipazione di capitali privati, anche mediante ricorso a schemi di partenariato pubblico privato». L’accordo punta in alto: non solo a dare un imput allo sviluppo della mobilità urbana, ma bensì a trasformare in direzione smart la vita metropolitana (nelle città vivono il 68 per cento degli italiani): «L’impegno di Fs Italiane e Cdp mira a produrre i suoi effetti non solo in termini di miglioramento della mobilità urbana, ma anche dando impulso ad un processo di “Urban transformation” delle città italiane attraverso la realizzazione di una rete di servizi integrati di nuova generazione, a favore della persona e della collettività».

Un divario da colmare

«L’Italia è in ritardo rispetto agli altri Paesi europei nel settore delle infrastrutture per il trasporto rapido di massa – le parole di Renato Mazzoncini – in particolare per quanto riguarda la rete metropolitana. Oggi, infatti, in Italia abbiamo solamente 230 km di rete, contro i quasi 300 km della sola città di Madrid. L’efficienza della rete di trasporto urbano metropolitano è fondamentale per lo sviluppo della mobilità integrata door to door. Fs, dopo aver realizzato con le Frecce la metropolitana d’Italia, vuole ora impegnarsi per favorire il superamento del gap infrastrutturale a livello urbano progettando, realizzando e gestendo, in collaborazione con partner ed enti locali, le infrastrutture necessarie».

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