Elezioni, autisti aziende tpl ai seggi.  Ancora attese defatiganti e ressa per salire sui mezzi pubblici perché i dipendenti delle aziende di trasporto pubblico locale invece che essere alla guida dei mezzi sono nei seggi a fare gli scrutatori, i presidenti e anche i rappresentanti di lista. Un paradosso che genera veri e propri costi impropri della politica. Il prossimo Parlamento faccia la legge che chiediamo da anni per rimuovere una anomalia ingiustificabile del nostro sistema

Elezioni, autisti

Elezioni, autisti tpl provocano disservizi

Lunghe attese alle fermate e notevoli disagi in alcune città per i cittadini che si stanno recando a votare con i mezzi pubblici. Una brutta esperienza che si ripete regolarmente ad ogni  tornata elettorale a livello nazionale, a causa della drastica riduzione dei servizi di trasporto pubblico locale dovuta alla partecipazione dei dipendenti delle aziende di trasporto pubblico  alle urne in qualità di scrutatori, presidenti, e soprattutto  rappresentanti di lista. Un fenomeno che ASSTRA, la maggiore associazione nazionale del settore trasporti pubblici locali, denuncia da anni. In occasione delle elezioni europee del 2014 l’Associazione aveva misurato l’ampiezza del fenomeno, il giorno successivo alle votazioni,  per chiedere alle Istituzioni, numeri alla mano e per l’ennesima volta, un intervento di legge per rimuovere l’ingiustificabile asimmetria legislativa che consente ai  dipendenti delle aziende di trasporto pubblico locale di  assentarsi per partecipare  alle urne con funzioni di scrutatori e rappresentanti di lista, possibilità che invece è preclusa ai dipendenti del ministero dei trasporti e di Trenitalia.

Elezioni, autisti tpl

 “Attese defatiganti e ressa per salire sui mezzi. Una brutta storia che denunciamo da sette  tornate elettorali ,  a tutti i governi e parlamenti che si sono succeduti nel tempo. Ma abbiamo sempre trovato un muro di gomma, col risultato che, ad oggi, nessuna istituzione o autorità si è mai mossa per sanare questa situazione – commenta Massimo Roncucci, presidente di ASSTRA –  Eppure si tratterebbe di rimuovere un’anomalia dovuta ad una interpretazione poco comprensibile di una legge. Non si capisce perché si può limitare il diritto allo sciopero, costituzionalmente protetto, a tutela del diritto alla mobilità dei cittadini in caso di sciopero, e non lo si fa a tutela dello stesso diritto nei confronti di coloro che si assentano per tre giorni in qualità di rappresentanti di lista”

Nel 2014, l’indagine svolta da ASSTRA su un campione di aziende di trasporto pubblico locale con 50.000 addetti, aveva rilevato che  oltre il 10% era  risultato assente dal lavoro per svolgere funzioni elettorali, per un totale di 15.000 giornate di lavoro perse, con un costo per le rispettive aziende di trasporto pubblico locale di oltre un milione di euro. Nel 2018 la situazione potrebbe assestarsi sulle stesse dimensioni.

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