La crisi è ecumenica, almeno in Europa, è ha colpito anche chi, da lassù, è abituato a cifre ‘olimpiche’.
E così la recessione ha investito Daimler Buses, nonostante il Gruppo sia in controtendenza nei segmenti strategici dell’automobile e del camion, i pezzi forti dell’automotive. A tenere compagnia al bus anche i van. Nel dettaglio, sono 32.100 gli autobus e i telai del 2012, e il segno meno si approssima a un quarto della produzione 2011, 39.700 unità, pari al 23 per cento di deficit. Sul banco degli imputati la contrazione del mercato latino-americano e il perdurante declino di quello europeo.ul valore della nostra industria, che vanta una gamma di prodotti tecnologicamente all’avanguardia e ai massimi livelli qualitativi in ambito internazionale. Un alto potenziale produttivo» ha proseguito Pontecorvo «che rimane inespresso in una situazione di mercato chiaramente allarmante, basti pensare che nel 2012 le immatricolazioni di autobus risultano in calo del 30,4 per cento rispetto al 2011 e del 52 per cento rispetto al 2007, con conseguenze estremamente negative in termini di impatto ambientale e anzianità del parco circolante, per gli autobus urbani la media è passata da 7,9 anni nel 2006 a 11 anni nel 2011. Auspichiamo che il prossimo Governo abbia come priorità un serio piano di rilancio dell’economia e di sostegno dei livelli occupazionali del Paese, intervenendo anche sull’adeguamento delle infrastrutture stradali agli standard europei».

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