Negli ultimi cinque anni, tra il 2019 e il 2024, il margine medio dei costruttori europei di autobus e coach si è attestato intorno al 2,5%, almeno così dice il rapporto “McKinsey Don’t miss the bus: New strategies for European bus and coach OEMs“, pubblicato dal McKinsey Center for Future Mobility, che contiene anche interessanti previsioni di mercato, di cui vi abbiamo parlato nei giorni scorsi.

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Sebbene alcuni Oem abbiano raggiunto picchi dell’8–10% negli anni più favorevoli, la crescente concorrenza e la transizione verso le tecnologie a zero emissioni e autonome eserciteranno ulteriori pressioni sulla redditività, assottigliando i margini.

Inoltre, lo studio sottolinea che i costruttori europei potrebbero “ridurre i costi complessivi fino al 50% in diverse aree per gli autobus urbani elettrici a batteria” se adottassero le efficienze produttive osservate tra i concorrenti cinesi. Nella sola produzione, sarebbero possibili riduzioni dei costi del 20–25% grazie all’“ottimizzazione delle strutture produttive, all’approccio smart factory e all’automazione basata su intelligenza artificiale e robotica.”

La redditività dei costruttori di autobus secondo McKinsey

Oltre al controllo dei costi, McKinsey individua tre aree chiave su cui gli Oem del Vecchio Continente possono migliorare le proprie performance:

  1. Rafforzare le proprie proposte di valore uniche
  2. Ottimizzare le strutture dei costi;
  3. Crescere tramite partnership strategiche.

Sul piano commerciale, il costo totale di proprietà (TCO) rimane un fattore decisivo per il 18–20% degli operatori, mentre il 20–25% degli acquirenti di flotte richiede soluzioni di finanziamento flessibili per facilitare l’acquisto dei veicoli.

Secondo il rapporto, “le priorità e le preoccupazioni degli acquirenti di autobus europei sono sempre più diversificate, influenzate dal tipo di veicolo, dalle dimensioni della flotta e dal tipo di utilizzo”, rendendo la differenziazione basata sul cliente un elemento essenziale.

L’indagine condotta da McKinsey tra gli acquirenti europei di autobus evidenzia che i marchi locali sono leader in termini di sicurezza e qualità, mentre i costruttori cinesi competono principalmente su prezzo e copertura di garanzia. McKinsey suggerisce che i produttori europei possano rafforzare il proprio valore offrendo garanzie di disponibilità del veicolo (uptime), sistemi avanzati di assistenza alla guida (ADAS) e batterie certificate, contrastando la concorrenza basata sul prezzo con risparmi TCO verificabili e un solido supporto post-vendita.

Le partnership rappresentano un’altra leva per la crescita strategica. Lo studio cita, ad esempio, “la recente acquisizione di un costruttore europeo da parte di un produttore asiatico” (non serve fare nomi, vero?) come caso emblematico di come l’integrazione orizzontale possa aumentare la competitività su più mercati. Stanno inoltre emergendo collaborazioni verticali, come la co-sviluppo di architetture a zero emissioni o di piattaforme software-defined.

Il rapporto conclude che, di fronte a margini sempre più ridotti e a una complessità tecnologica crescente, i costruttori europei di autobus “devono adattare le proprie strategie o rischiano di perdere terreno rispetto ai concorrenti a basso costo, in particolare nel segmento a zzero emissioni“.

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