Una buona notizia per gli operatori del trasporto turistico. Il ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini ha firmato tre decreti che prevedono contributi economici e ristori per sostenere le società di trasporto passeggeri su gomma che negli ultimi anni hanno investito per dare una rinfrescata ai propri parco veicoli; si tratta senza dubbio di una boccata d’ossigeno per quelle realtà e quelle categorie particolarmente colpite dall’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia di Covid-19.

Gli aiuti in arrivo dal governo Draghi, ovviamente, sono stati ben accolti dagli operatori del settore. Quello ottenuto è un risultato importante e al quale il Comitato Bus Turistici Italiani ha giocato un ruolo fondamentale, evitando un’ulteriore beffa al settore, già colpito a sufficienza dalla contrazione del mercato negli ultimi diciotto mesi. «Si tratta di un risultato estremamente importante per noi. Se non fossero arrivati questi soldi, per molte aziende si sarebbe ripresentato lo stress finanziario che da ormai da due anni assilla il settore. Siamo grati al governo, al quale ci siamo rivolti con numerose lettere e iniziative, per aver reso concreta questa importante misura, fortemente attesa dalle imprese del settore», ha dichiarato Riccardo Verona, presidente del Comitato Bus Turistici Italiani.

Importi e beneficiari dei ristori

Venendo ai numeri dei sostegni economici, per il 2020 vengono destinati 50 milioni alle imprese di servizi di noleggio con conducente per il ristoro delle rate di finanziamento o dei leasing con scadenza compresa tra il 23 febbraio e il 31 dicembre 2020,per gli acquisti di veicoli delle stesse categorie effettuati a partire dal primo gennaio 2018. I contributi – fino a un massimo di 1,8 milioni per impresa – possono essere concessi a condizione che l’impresa non fosse già in difficoltà economica alla data del 31 dicembre 2019.

A livello numerico, i bus nuovi (immatricolati a partire dal 2018) in servizio presso le oltre seimila aziende del settore in Italia sono poco meno del 20% su un totale di circa 25mila mezzi. In termini reali, circa 4mila autobus nuovi, per i quali le aziende italiane dovranno tornare a pagare le rate dei leasing.

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