Atm Se il comune di Milano decidesse di affidare il proprio contratto di servizio a una società in-house (cioè ad Atm), correrebbe il pericolo di vedersi tagliare oltre 42 milioni di euro l’anno  di trasferimenti del Fondo nazionale trasporti. A lanciare l’allarme, è l’ex assessore comunale e ora consigliere delegato al Bilancio della Città metropolitana, Franco D’Alfonso. La norma potenzialmente devastante per Atm sarebbe contenuta nell’articolo 27, comma d, del Decreto 50 sugli enti locali che sarà approvato in settimana. Un comma che per D’Alfonso prevede “che nel caso qualcuno pensasse di affidare direttamente a una propria società in-house il servizio di tpl, si ritroverebbe con il taglio del 15% dei trasferimenti dal Fondo Nazionale Trasporti, vale a dire per Milano un bel taglio da 42 milioni l’anno”.

Atm Milano, Fs nel mirino

Secondo D’Alfonso sarebbe una norma “assurda” che non porta alcun giovamento alle casse dello stato. E, allora perché è stata inserita in un decreto “blindato” dalla fiducia? La risposta per l’ex assessore è chiara: «Si tratta di un “regalo” fatto dal governo a Fs, le quali da mesi mirano a conquistare il Tpl milanese. Un’operazione possibile perché la capacità di fare lobby di Milano a Roma è nulla e per l’incapacità dell’attuale direttore genreale del comune Arabella Caporello».

Atm Milano, la gara del 2019

Tutto quindi ruota  sugli appetiti di Fs sulla  gara milanese fissata per il 2019. La questione della lotta tra Atm e Fs per Milano era esplosa mesi fa con  M5, uno scontro culminato con la rottura tra l’ex presidente Atm Rota e il sindaco Sala e, soprattutto, con lo sciopero proclamato da tutti i sindacati. Solo la promessa di un affidamento in-house aveva fatto rientrare le proteste. Cauto Luca Stanzone, segretario regionale della Filt, “Aspettamo di vedere il testo prima di commentare”. Tuttavia, se l’art. 27 passerà così com’è formulato, di sicuro lo scontro sindacale è destinato a riaccendersi.

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