“Aumento a tre cifre dei costi del TPL, + 150%,  ma i ristori non sono ancora stanziati. La crisi che ha investito il TPL dal 2020 si è protratta per tutto il 2021 e primi mesi del 2022. Il Governo, tra fine 2020 e 2021, ha previsto una serie di interventi stanziando circa 1.680 mld per mancati ricavi per assenza di passeggeri. Nel 2021 le aziende hanno avuto perdite per la medesima cifra”. Così Arrigo Giana, presidente di Agens, associazione datoriale del tpl,  in audizione alla Camera in merito all’erogazione dei ristori per i danni al trasporto pubblico locale causati dall’emergenza Covid-19.

Agens, costi +150%, ristori non ancora stanziati

” In questo momento – ha proseguito Giana – il Governo non sembra aver stanziato somme a copertura di questo disavanzo. Noi sappiamo, per le interlocuzioni che abbiamo con i ministeri competenti, che tra le somme stanziate a vario titolo per il 2020, ci sono residui di circa 600 mln. E’ chiaro che in questo panorama manca circa un miliardo da coprire per il 2021. Quindi il primo tema su cui vorremmo richiamare l’attenzione è che siamo a metà 2022, stiamo patendo ulteriormente effetti di mancati ricavi per assenza di passeggeri e non abbiamo ancora nessuna certezza sui numeri che dovremmo mettere nei nostri bilanci di chiusura del 2021 rispetto agli stanziamenti del Governo”.

Altro tema importante, secondo Agens, è la liquidità delle aziende “sono stati stanziati questi soldi, abbiamo chiuso la contabilità del 2020 e stiamo per chiudere il 2021 ma parecchie Regioni non hanno provveduto a saldare i valori del 2020 e questo crea una tensione di liquidità in capo alle aziende che hanno dovuto sostenere i costi. Questa tensione di liquidità è ulteriormente aggravata dall’andamento dei prezzi di alcune materie prime (gasolio, metano, energia elettrica) e questo oggi ci porta a fronteggiare una situazione di incrementi di costi nell’ordine del 150% su alcuni prodotti”.

Agens mette, inoltre, in risalto come il fondo nazionale trasporti abbia subito qualche decurtazione negli ultimi anni, con un incremento poi di 100 mln all’anno per i prossimi 4 anni “noi  – continua Giana – proponiamo un’indicizzazione del fondo automatico senza che sul tema si debba tornare ogni volta. Sulla questione degli incrementi è importante prevedere che ogni volta che vengono finanziati interventi infrastrutturali che determinano l’ampliamento delle reti di trasporto a livello locale, regionale, parimenti ci sia una riflessione sulla dotazione del fondo nazionale trasporti per poter garantire la sostenibilità di queste nuove infrastrutture”.

In merito al  contratto nazionale appena sottoscritto,  Giana ha dichiarato “è stata una trattativa lunga e complessa. Il rinnovo del contratto collettivo ha portato un incremento di costo, che per noi è dovuto, ma che si traduce in un aggravio dei costi per i nostri bilanci. Il nostro è un settore strategico, particolare,  che non si è mai fermato e che da subito, contrariamente ad altri ambiti, ha ripreso la produzione del servizio a pieno regime.

“Infine – conclude il presidente – ultima considerazione che facciamo come associazione è in merito ai criteri di assegnazione del fondo nazionale trasporti alla Regioni e alle Città metropolitane. Riteniamo che le Città metropolitane oggi giochino un ruolo nello sviluppo dei territori tale da meritare un ripensamento, per questo dovrebbero rientrare nel novero dei soggetti a cui vengono attribuiti direttamente i fondi”.

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