Nel trasporto su pullman turistici la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori non è una concessione, ma un obbligo previsto dal D.Lgs. 81/2008, applicabile a tutte le imprese del settore, indipendentemente dalle loro dimensioni. A carico del datore di lavoro ricade la responsabilità primaria, quella di valutare i rischi, redigere il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), nominare il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) interno o esterno, garantire formazione, manutenzione dei veicoli e condizioni di lavoro adeguate. 

Quando il “controllore” è pure autista

Nelle realtà aziendali più piccole può accadere che l’“addetto alla sicurezza” coincida con un autista o con un collaboratore della proprietà. In questi casi, segnalare irregolarità al datore di lavoro – soprattutto quando implicano costi aggiuntivi – può generare evidenti situazioni di conflitto di interessi.

La valutazione può infatti risultare influenzata da ciò che conviene al datore di lavoro o all’azienda, piuttosto che dalla tutela della sicurezza. In più occasioni abbiamo osservato come il settore dei servizi autobus, analogamente ad altri ambiti lavorativi, soffra di una diffusa reticenza nel segnalare ciò che non va.

Le criticità vengono spesso discusse tra colleghi o sui piazzali, mentre rivolgersi a un sindacato o a un’associazione per affrontarle rappresenta, nella pratica, un passaggio decisamente più complesso. Non è da escludere che, quando si tenta di far emergere criticità strutturali, la persona che le segnala venga percepita come “scomoda”, con il rischio di dover valutare altre opportunità lavorative. Inoltre, non risulta del tutto estranea la prassi, da parte di alcuni vettori, di scambiarsi informazioni sui conducenti, anche in presenza di passaggi che rientrano nella piena legittimità normativa.

Chi svolge anche funzioni amministrative o operative alternative alla guida difficilmente può garantire quella neutralità richiesta a un ruolo di controllo. In pratica, chi guida finisce per controllare sé stesso e questo rende il controllo poco imparziale. La normativa, tuttavia, richiede che l’RSPP sia competente e il più possibile indipendente, soprattutto nella valutazione dei rischi e dell’organizzazione del lavoro. Guidare autobus è un’attività con rischi concreti, come la stanchezza, lo stress, la manutenzione, ma anche capannoni poco sicuri, scarsa illuminazione o servizi inadeguati. La sicurezza, quindi, non deve ridursi a una prassi formale, ma trasformarsi in prevenzione reale.

La sfida delle imprese e dei controlli

Secondo alcune testimonianze raccolte tra lavoratori del settore, in realtà aziendali di piccole dimensioni i controlli ispettivi verrebbero talvolta anticipati informalmente, consentendo di sistemare gli aspetti più critici all’ultimo momento. Si tratta di percezioni non supportate da riscontri documentali, ma se tali dinamiche si verificassero realmente la vigilanza rischierebbe di ridursi a un adempimento formale.

È un motivo ulteriore per considerare delicata la sovrapposizione di ruoli o competenze. Molte aziende operano in modo corretto, con mezzi efficienti e con tutele reali; tuttavia, dove si tende a risparmiare sulla sicurezza o sulle funzioni specifiche, il rischio aumenta per tutti. Per prevenire incidenti e infortuni e per garantire agli autisti condizioni di lavoro dignitose e sicure, servono competenze qualificate, controlli esterni e una chiara distinzione dei compiti. La sicurezza non è un accessorio, ma una responsabilità precisa nei confronti dei lavoratori e degli utenti. Per questo, quando si fatica a reperire personale o si cercano soluzioni al massimo ribasso, qualche domanda occorre porsela.  

di Gianluca Celentano

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