Patente D a 70 anni: ANBTI torna alla carica
L’Associazione Nazionale Bus Turistici Italiani (ANBTI), per voce del presidente Riccardo Verona, rilancia l’appello per l’estensione della validità della patente D per la conduzione di autobus fino ai 70 anni di età. Un tema che si è rivelato più complesso del previsto. A un anno della bocciatura della proposta, l’Associazione è tornata in prima linea, […]

L’Associazione Nazionale Bus Turistici Italiani (ANBTI), per voce del presidente Riccardo Verona, rilancia l’appello per l’estensione della validità della patente D per la conduzione di autobus fino ai 70 anni di età.
Un tema che si è rivelato più complesso del previsto. A un anno della bocciatura della proposta, l’Associazione è tornata in prima linea, determinata a portare a casa il risultato.
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Secondo fonti certe, la causa del fallimento della proposta sarebbe legata a franchi tiratori all’interno del parlamento, più orientati a modificare il limite di conseguimento della patente, piuttosto che la sua validità anagrafica. Un’impasse che, secondo Verona, non può più essere tollerata.
Guardare alle legislazioni in Europa
ANBTI si schiera con le politiche adottate da numerosi Paesi europei, dove il limite di età per gli autisti di autobus è ben oltre i 68 anni. Tuttavia, la scelta finale spetta ai singoli Paesi, ed è necessario un intervento legislativo nazionale per alzare il limite d’età, una modifica che Verona ritiene fondamentale per affrontare la crescente carenza di autisti qualificati.
Le motivazioni alla base della richiesta sono le seguenti:
- La carenza di autisti, un problema che rende difficile coprire le esigenze del settore
- L’evoluzione dell’aspettativa di vita: un 68enne oggi non è più lo stesso di decenni fa, e molti autisti sono in ottima salute e in grado di continuare a lavorare.
- Il ruolo cruciale degli autisti esperti nel formare le nuove generazioni di professionisti.
- La necessità di combattere pratiche elusive e compromessi legali che aggirano le attuali normative.
Una miopia sul tema che non aiuta nessuno?
Verona ribadisce che l’estensione del limite di età deve avvenire su base volontaria e sempre sulla base dell’idoneità fisica, garantendo così la sicurezza e l’efficienza del servizio.
La richiesta dell’ANBTI si inserisce in un dibattito più ampio sulla gestione del personale nel settore dei trasporti. Sebbene l’idea di consentire a chi è idoneo di continuare a lavorare (contratti a chiamata) oltre i 68 anni sembri ragionevole, è fondamentale mantenere rigorosi controlli sulla sicurezza e sulle capacità psico-fisiche. Tuttavia, la carenza di autisti non può essere risolta solo con l’estensione del limite di età: occorrono anche investimenti concreti nella formazione e nell’attrattività della professione per i giovani, per evitare di posticipare il ricambio generazionale, che potrebbe nel lungo termine aggravare ulteriormente la situazione.
di Gianluca Celentano