Il mercato dell’autobus italiano viaggia a marce basse in questo 2025: dopo i primissimi mesi dell’anno in sostanziale pareggio con gli ottimi dati del 2024 (annata da record), nel secondo trimestre dell’anno le cose sono andate peggiorando. E così, al 31 maggio, secondo i dati Anfia, si sono registrate 1.684 immatricolazioni sopra le 8 tonnellate, 358 in meno, pari al -17,5%, rispetto al medesimo periodo dell’anno passato, quando si sforò quota 2.000, toccando le 2.042 unità.

Autobus urbani, extraurbani e turistici

Da sottolineare il crollo delle targhe di Classe II, che si fermano a 505: -46,6% rispetto alle 945 di gennaio-maggio 2024. Sul totale delle immatricolazioni gli extraurbani sono il 30% tondo-tondo. Molto bene, invece, i Classe III e non è una novità: passano da 415 a 512 (+23,4%) per una quota del 30,4%. La fetta più grande della torta delle targhe se la mangia il segmento dei Classe I, che è leggerissimamente in flessione: 658 contro 669 (-1,6%) e market share pari al 39,1%. Infine, lo 0,5% è rappresentato da 9 scuolabus sopra le 8 ton (ma maggioranza dei mezzi adibiti al trasporto scolastico è sotto la soglia delle 8 ton di ptt).

Alimentazioni: vola l’elettrico, bene il gas, male il diesel

Prosegue la luna di miele degli e-bus, che continuano a proliferare: nei primi cinque mesi del 2025 se ne contano 294 contro i 155 dello stesso periodo dell’anno passato: +89,7% e quota del 17,5% sul totale delle immatricolazioni, che sale al 42,1% se si prendono in considerazione solo gli urbani: su 658 Classe I, infatti, 277 sono a batteria. I rimanenti 17 sono Classe II, dove l’elettrico al momento si ferma al 2,6%.

Bene anche il gas, con il metano (Cng) che mette a referto 409 immatricolazioni (+9,9%, erano 372) e quora del 24,3%. Si conta, “curiosamente” anche un unico torpedone Lng.

Male, invece, il diesel, che continua a vedersi rosicchiare la propria quota di mercato, pur rimanendo l’alimentazione regina coil 45,8% d share: al 31 maggio 2025 sono stati targati 772 veicoli, ma erano 1.122 al 31 maggio 2024: -31,2%.

Col segno meno anche la tecnologia dell’ibrido: gli ibridi a elettrico e diesel calano del 47,2% da 367 a 194 pezzi, mentre quelli a batteria e a metano del 68,2% (da 22 a 7), per un volume complessivo del 12%.

In ultimo, lato trazione, sono da segnalare 7 autobus a idrogeno (pari allo 0,4% del totale): 6 Daimler Buses Mercedes-Benzi e 1 Solaris

La classifica dei costruttori di bus

Venendo ora alle immatricolazioni costruttore per costruttore, in cima alla lista c’è Iveco Bus, che cede però il 42,1%: da 886 a 513, pari a una quota del 30,5%. Alle sue spalle prosegue invece la crescita (+26,1%) di Daimler Buses, grazie al dato accorpato di Mercedes-Benz (322 targhe) e Setra (66) che mette insieme 388 unità per un market share del 23%. Terza piazza per Solaris con 188 immatricolazioni, anch’essa in espansione (+19,7%) e quota del 112%. A 131 immatricolazioni MAN (7,7%) grazie ai 95 veicoli del Leone e ai 36 coach Neoplan. Dunque Scania al 7,3% di volume di mercato con 123 targhe (appena tre macchine in meno sul dato 2024) e Irizar con 43 (+9 immatricolazioni rispetto all’anno scorso) e quota del 2,6%: ricordiamo come all’interno del dato del Grifone, Anfia conteggi anche i numerosi Classe III Irizar su telaio Scania.

In calo del 25%, da 92 a 69 immatricolazioni, Menarinibus (4,1%), mentre crescere del 24,2% Karsan, passata da 33 a 41 veicoli piazzati (peraltro tutti elettrici) e quota del 2,4%. Poi c’è Temsa in calo (da 43 a 29) con l’1,7% seguita da Yutong in crescita da (da 12 a 27) con l’1,6%. In forte calo, invece, Otokar che si ferma a 24 targhe (erano 99) pari a uno share dell’1,4%. Segue Bluebus con 21 (1,2%) e BMC e Isuzu appaiate a 17 (market share dell’1%).

Sotto l’uno per cento troviamo infine BYD (14), Rampini (11), Ayats e Guleryuz (8), Vdl (6), King Long e Volvo (2), Higer e Alfa Bus (1).

L’immatricolato dei bus da Nord a Sud

Infine, una fotografia “geografica” delle 1.684 immatricolazioni messe a referto dal primo gennaio al 31 maggio: la zona d’Italia con il maggior numero di targhe è il Sud e le isole, con 650 (ma erano ben 853), seguita dal Nord Italia con 567 (contro 712), grazie al dato accorpato del Nord Ovest (294) e Nord Est (273). Infine, il Centro, sostanzialmente stabile: 467, contro le 477 del 2024.

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Il commento di Anfia

Andrea Rampini, Presidente della Sezione Autobus di Anfia, ha così commentato i dati del comparto al 31 maggio: «Come ci si aspettava, dopo la forte iniezione di risorse del Pnrr, continua il trend negativo dell’immatricolato autobus, che registra cali a doppia cifra sia su base mensile che sul cumulato da inizio anno. In questo scenario fortemente critico per l’industria del settore è indispensabile massimizzare le risorse a disposizione sia a livello nazionale che europeo. Per questo motivo, auspichiamo che nelle misure delineate dal Governo nel Piano Sociale per il Clima si possa trovare spazio per incentivare anche la domanda di autobus a zero e basse emissioni, in linea con quanto previsto dalle linee guida della Commissione Europea sui Piani Sociali per il Clima».

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