EMT Palma, il bus che educa: civiltà, tecnologia e paradossi
In un’Europa dove il trasporto pubblico spesso fatica a conquistare la fiducia dei cittadini, EMT Palma ha lanciato una campagna per migliorare la qualità del viaggio. Non si parla solo di mezzi moderni, ma di valori condivisi, rispetto reciproco e tecnologia al servizio delle persone. Lo slogan “Mou-te en línia amb el civisme” – “muoviti […]
In un’Europa dove il trasporto pubblico spesso fatica a conquistare la fiducia dei cittadini, EMT Palma ha lanciato una campagna per migliorare la qualità del viaggio. Non si parla solo di mezzi moderni, ma di valori condivisi, rispetto reciproco e tecnologia al servizio delle persone. Lo slogan “Mou-te en línia amb el civisme” – “muoviti in linea con la civiltà” – è accompagnato da video ironici e cartelli che ricordano ai passeggeri le regole base: non mangiare a bordo, cedi il posto, rispetta l’autista. Anche agli automobilisti si chiede collaborazione: “Gracias por ceder el paso”, ovvero, “grazie per lasciar ripartire il bus dopo la fermata”.
Quando c’era bigliettaio e rispetto
In Italia, chi ha qualche anno in più ricorderà il bigliettaio a bordo, una figura che dava ordine e sicurezza al viaggio. Oggi quel ruolo è scomparso, sostituito da comodi abbonamenti digitali e pagamenti contactless. In alcune città italiane è ancora possibile acquistare il biglietto dal conducente, ma questa pratica è sempre più rara, per motivi di sicurezza del personale, rapidità e organizzazione del servizio. Eppure, l’esperienza di Palma dimostra che umanità e tecnologia possono ancora convivere.
Il biglietto si paga (e lo pagano quasi tutti)
A Palma il biglietto si paga e l’evasione è stimata sotto il 3%, secondo fonti istituzionali. Nel resto della Spagna si attesta intorno al 4%. In Italia, invece, i numeri raccontano un’altra storia: l’evasione tariffaria varia tra il 10% e il 19%, secondo una stima MIT–ASSTRA, con oltre 400 milioni di euro di mancati incassi all’anno. Una differenza che non si spiega solo con la scarsità dei controlli — che comunque richiederebbero più tutele —, ma anche con il livello di fiducia nel servizio e di rispetto delle regole da parte dei viaggiatori.
EMT e la mobilità green
Parallelamente alla campagna civica, EMT Palma sta investendo nella modernizzazione della flotta, con un piano da circa 117 milioni di euro per l’acquisto di 113 autobus elettrici – di cui 67 da 18 metri e 46 da 12 metri – entro i prossimi quattro anni. Il deposito di Son Rossinyol è attrezzato per la ricarica notturna, e alcuni bus a idrogeno sono tornati operativi dopo anni. L’obiettivo è chiaro, cioè andare incontro a una mobilità moderna, pulita e affidabile, anche in una città – soprattutto – a forte vocazione turistica.
Gratuità: virtù o rischio?
Ma c’è un punto critico. Il servizio EMT sarà gratuito anche nel 2025 per i residenti delle Baleari — non per i turisti —, ma con quali risorse? Secondo Cadena SER e Mallorcadiario.com, il Comune di Palma ha definito insufficiente il contributo statale, pari a 18 milioni di euro tra il 2023 e il 2024. Lo squilibrio finanziario ha già superato i 15 milioni di euro in due anni, costringendo EMT a ricorrere a prestiti bancari.
Il sindaco Jaime Martínez ha parlato apertamente di una “gratuità non reale”, chiedendo che il governo aumenti i fondi almeno a 25 milioni l’anno, per non compromettere la tenuta del sistema.
Il paradosso
Qui nasce la domanda, ovvero: si può chiedere educazione e rispetto agli utenti, se poi mancano i soldi per far funzionare davvero il servizio? Il modello Palma è forte dal punto di vista culturale, sociale e ambientale, ma per durare serve una base economica solida. Altrimenti si rischia, come spesso accade, che a pagarne le conseguenze siano il servizio stesso o chi ci lavora.
In Italia, invece, con un’evasione media a doppia cifra, a rimetterci è sempre la stessa figura: Pantalone.
di Gianluca Celentano
