Come riportato anche da autobusweb.com, in alcuni Paesi d’Europa riemerge l’ipotesi di rendere il biglietto del bus gratis. Dopo la Germania, infatti, anche la Francia sembra essere stata rapita da queste idea che periodicamente torna ad essere oggetto di discussione. La motivazione è sempre la stessa, combattere lo smog da traffico privato spostando in modo massiccio la mobilità urbana motorizzata verso il trasporto pubblico. Ma la domanda centrale è la seguente: se il biglietto dell’autobus fosse gratis aumenterebbero gli utenti? Oppure, le abitudini degli italiani sono ormai così radicate che in pochi comunque sceglierebbero di lasciare l’auto nel box? Vi anticipo la risposta: no, con un però. Infatti, come vedremo in seguito, se si iniettasse il concetto di ‘premialità’ questa potrebbe portare indubbi vantaggi al sistema. E comunque Germania e Francia arrivano buon ultime. L’America, infatti, ci aveva già provato qualche decennio fa. Alla fine degli Anni ‘70 Denver (Colorado) e Trenton (New York), e nei primi Anni ‘90 Austin (Texas), ossessionate dal traffico veicolare provarono a lanciare l’iniziativa dei mezzi pubblici gratis. In tutti e tre i casi si rivelò un fallimento. L’utenza aumentò sì, ma solo grazie all’apporto di ex pedoni ed ex ciclisti. Un caso ancora più ‘vicino’ a noi è quello della città di Tallin (Estonia). Nel gennaio 2013 annuncia che per tutti i suoi cittadini i trasporti pubblici potranno essere utilizzati gratuitamente. A un anno di distanza, l’utenza risultava in crescita di pochi punti percentuali, con questo laconico messaggio dei promotori: “La gratuità dei mezzi pubblici può attirare chi di solito viaggia a piedi, non chi sceglie l’auto come proprio mezzo di trasporto”.

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Bus gratis, anche i Italia…

Anche in Italia ci sono stati alcuni esempi. Umbria Mobilità, per esempio, negli anni passati aveva promosso una serie di giornate ticket free con l’esplicito obiettivo di favorire l’utilizzo del mezzo urbano. Operazione, hanno dichiarato da Perugia, molto partecipata. Altro caso è stato quello di Napoli che, per la visita di Papa Francesco, aveva deciso di potenziare i servizi dei mezzi pubblici e di renderli per l’occasione totalmente gratuiti. Però, un conto sono le domeniche speciali o la giornata una tantum, altra cosa è pensare alla quotidianità. Un report pubblicato dal National Center for Transportation Research nel 2002 giungeva alla conclusione che l’azzeramento dei ticket “nei sistemi di trasporto complessi e articolati non poteva avere alcun effetto”. Bene. Allora cosa fare? Più interessante è la soluzione adottata da Singapore, anche perché animata da un diverso obiettivo: non richiamare nuova utenza, ma diluire in maniera più efficiente quella già esistente. Il picco dei viaggiatori – tra le 8.15 e le 9.15 – era diventato insostenibile sulle linee metropolitane; così, nell’estate del 2013 è stato deciso di promuovere un ticket free solo per chiunque fosse sceso dal treno entro le 7.45. Tanto è bastato per ridurre di circa un terzo i viaggiatori dell’ora di punta. Questa sì che non sarebbe una brutta idea da adottare anche in Italia. In questo caso i pendolari ritroverebbe un po’ di dignità, il servizio risulterebbe più appetibile e qualche automobilista potrebbe riporre le chiavi della macchina. Pagando il biglietto, s’intende.

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Bus gratis, parola a Roncucci

Al netto di tanti esempi in giro per il mondo il punto centrale sembra essere quello sottolineato da Massimo Roncucci, presidente di Asstra. «Il problema prioritario del nostro sistema di trasporto pubblico è, infatti, il gap infrastrutturale che ci vede fanalini di coda rispetto ai maggiori paesi europei e con un parco autobus tra i più vecchi». Dichiara Roncucci, che affonda: «da noi il problema non è il costo del biglietto, tra i più bassi in Europa. Le indagini sui comportamenti di mobilità degli italiani mettono in evidenza la disponibilità delle persone a pagare anche di più il prezzo attuale dei mezzi pubblici. In cambio, però, tutti chiedono maggiore qualità e quantità di servizi». E la qualità si misura (anche) in termini di velocità commerciale. Il mezzo pubblico, infatti, è concorrenziale con l’auto privata solo se più veloce. Invece di rendere gratuito il mezzo pubblico (determinando uno scadimento dell’ordine del 30 per cento dei già disastrati bilanci delle aziende tpl) è necessario, come ha rimarcato Roncucci, investire in infrastrutture. E le sedi protette dove far ‘sfrecciare’ solo i mezzi pubblici, sarebbero un buon inizio. A un costo contenuto.

 

 

 

 

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