Aggressioni nei trasporti: serve un salto di sistema
All’Hilton Garden Inn di Milano si è svolta la convention della UIL Trasporti Lombardia “Aggressori nei trasporti? Per me no”, un appuntamento dedicato a un tema che da anni attraversa tutto il comparto, quello della sicurezza degli operatori. Un momento di confronto che ha messo in relazione numeri, testimonianze e soluzioni tecniche, inserendosi nella cornice […]
All’Hilton Garden Inn di Milano si è svolta la convention della UIL Trasporti Lombardia “Aggressori nei trasporti? Per me no”, un appuntamento dedicato a un tema che da anni attraversa tutto il comparto, quello della sicurezza degli operatori. Un momento di confronto che ha messo in relazione numeri, testimonianze e soluzioni tecniche, inserendosi nella cornice del principio sindacale “Zero morti sul lavoro”.
Un fenomeno sommerso che distorce i numeri
Secondo i dati Inail, negli ultimi sei anni in Lombardia si sono registrati 487 casi denunciati nei settori logistica e trasporti, ma si tratta solo della parte emersa. Come riportato anche da Il Giorno, mentre il 75% delle aggressioni non viene segnalato, soprattutto quando riguarda minacce, pressioni psicologiche o insulti. Una dimensione sommersa che altera la percezione reale del fenomeno e rende difficile costruire politiche di prevenzione efficaci.
Quando il conflitto sociale arriva in cabina
Durante i lavori, il segretario regionale UIL Trasporti Antonio Albrizio ha ricordato che la Lombardia concentra una quota rilevante dei casi nazionali: “Non passa giorno senza una segnalazione di aggressione ai danni di un collega”. Il tema, ha spiegato, non è imputabile a chi eroga il servizio, ma a un clima sociale in cui frustrazione e aggressività si riversano su chi lavora a contatto con il pubblico. Da qui l’esigenza di politiche integrate che coinvolgano aziende, istituzioni, utenti e forze dell’ordine.
Nel corso della mattinata sono state ascoltate anche le testimonianze di operatori dei treni, degli autobus e del settore aeroportuale che hanno vissuto episodi di aggressione, contribuendo a restituire la dimensione concreta del fenomeno oltre i numeri ufficiali. Il referente UIL per la salute e sicurezza Matteo Pellegrini ha richiamato l’importanza della formazione dei delegati e degli operatori, mentre lo psicologo del lavoro Alberto Crescentini ha evidenziato gli effetti sul medio periodo. Un lavoratore aggredito ricorre più frequentemente a infortuni, cure mediche stress-correlate o trasferimenti, con ricadute economiche e organizzative anche per le aziende.
Procedure e nuovi modelli di tutela
Una parte significativa dell’incontro è stata dedicata alle soluzioni già attive o in fase di sviluppo. ATM Milano ha illustrato il proprio modello di sicurezza integrata, operativo da anni e basato su una Sala Operativa Sicurezza dedicata, che lavora in parallelo a quella dell’esercizio e rappresenta un punto di riferimento costante anche per le forze dell’ordine impegnate sul territorio. Grazie a oltre 12.000 telecamere installate su mezzi e infrastrutture, la security ATM è in grado di fornire in tempo reale informazioni utili per intervenire in una rete complessa come quella del trasporto pubblico milanese. A questo si affianca la figura del Care Manager, che segue i dipendenti vittime di aggressioni offrendo supporto psicologico e assistenza amministrativa.
Ferrovie Nord Milano ha illustrato un’applicazione sperimentale che permette agli agenti delle forze dell’ordine di viaggiare autenticati, rendendo immediatamente riconoscibile la loro presenza sui convogli. Durante il dibattito è stato ricordato che strumenti di questo tipo potrebbero, in futuro, essere valutati anche per altre figure istituzionali in uniforme, compatibilmente con le norme e le competenze di settore.
Dal comparto aeroportuale, SEA ha segnalato una crescente conflittualità a bordo dei voli e l’utilizzo di liste di interdizione dei passeggeri problematici, uno strumento utile ma che richiede un quadro normativo più uniforme.

Istituzioni, fondi e responsabilità per una sicurezza condivisa
Sul fronte istituzionale, l’assessore regionale ai Trasporti Franco Lucente ha richiamato la necessità di rafforzare la presenza della Polizia Ferroviaria, consolidare tavoli tecnici permanenti sulla sicurezza e proseguire gli investimenti in infrastrutture e stazioni presidiate. Il direttore territoriale Inail, Pasquale Vella, ha ricordato che anche le aggressioni verbali rientrano a pieno titolo nella tutela dell’infortunio sul lavoro, con responsabilità precise per aziende e istituzioni in termini di prevenzione.
La giornata si è chiusa con una riflessione corale, ovvero che la sicurezza nei trasporti non può essere delegata a un solo attore. Occorre un sistema multilivello in cui i lavoratori siano formati e supportati, le aziende investano in prevenzione e tecnologie, le istituzioni garantiscano norme e vigilanza adeguate e i cittadini riconoscano la fragilità di chi ogni giorno eroga un servizio essenziale. Nel dibattito è emersa anche la necessità di rafforzare gli strumenti finanziari già esistenti, valutando – nell’ambito delle competenze regionali – un possibile utilizzo o una integrazione del Fondo Nazionale Trasporti anche per progetti mirati alla sicurezza del personale. Ipotesi che, secondo alcuni relatori, potrebbe dare continuità alle sperimentazioni già avviate e rendere strutturale un capitolo oggi spesso lasciato alla volontà delle singole aziende.
Le aggressioni non sono incidenti marginali, ma un problema strutturale che incide sulla qualità del servizio e sul benessere degli operatori. La sfida, come emerso a Milano, è trasformare un’emergenza diffusa in un percorso condiviso di tutela reale.
di Gianluca Celentano

