“Scusi, può accostare alla fermata?”. Ma è davvero sempre colpa degli autisti?
C’è davvero chi crede che l’autista faccia apposta a non accostare alle fermate (?). Può sembrare un piccolo particolare ma, sta di fatto, che questa richiesta è abbastanza diffusa e addirittura impartita come condotta da molte aziende. Un particolare che, sia nel noleggio che nel tpl, è fonte di profonde critiche verso il conducente. Chi […]

C’è davvero chi crede che l’autista faccia apposta a non accostare alle fermate (?). Può sembrare un piccolo particolare ma, sta di fatto, che questa richiesta è abbastanza diffusa e addirittura impartita come condotta da molte aziende. Un particolare che, sia nel noleggio che nel tpl, è fonte di profonde critiche verso il conducente.
Chi non ha mai guidato rimarrà sorpreso da come “smonterò” eventuali accuse di poca negligenza del conducente nel non posizionarsi al filo di un marciapiede durante la salita e discesa dei viaggiatori quando questo, ovviamente, sia realmente possibile.
Vi anticipo solamente che la causa principale è legata alle molte infrastrutture non a misura di autobus; un dato che dovrebbe far riflettere anche su dove indirizzare le risorse di settore.
L’ideale nel traffico? Andare dritti!
Comincio con il sostenere che per l’autista alla guida in un centro urbano, l’ideale sarebbe poter procedere il più possibile in linea retta – come su un binario – da un punto all’altro, e senza dover effettuare continue “schivate” o manovre. In questo modo gli sarebbe facile arrestarsi perfettamente allineato al filo del marciapiede. Ma tralasciamo per un attimo il traffico congestionato delle metropoli e domandiamoci se chi realizza e progetta le infrastrutture abbia mai guidato un autobus o, quantomeno, chiesto il parere di un autista, prima di installare strutture o cartelli. Infatti l’agilità di un pratico bus la si evince dall’insieme di alcune misure: la sua lunghezza, la distanza interasse e gli sbalzi, oltreché la conformazione degli specchietti esterni.
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Rami e alberi
In un periodo difficile per le spese dei comuni, capita che addirittura i rami non potati degli alberi posizionati nelle fermate (oltreché coprire la segnaletica), impongano un avvicinamento distanziato dallo stallo per evitare di rompere diversi specchietti al giorno (condizione che obbliga il fermo vettura imponendo un disservizio), o rigare la carrozzeria. L’avvicinamento in presenza di rami impone infatti di “rimanere un pò larghi” in fermata. Se non si facesse così, si rischierebbe che l’effetto frusta di questi, possa addirittura recare danni ai passeggeri in attesa. Utile sarebbe saltare la fermata, ma il povero autista finirebbe nei guai… e sul giornale il giorno dopo.
Tettoie e segnaletica
Cartelli e fermate sono in molte grandi città posizionati a misura di bus, ma purtroppo non è sempre così. Molti ci segnalano che “pensiline, tettoie e cartelli sono posizionati a filo del marciapiede. In altri casi non sono visibili o hanno colorazioni grigie e non luminose che si mimetizzano con l’asfalto, soprattutto con il buio e la pioggia“
Le auto
L’altro aspetto che rende impossibile l’avvicinamento alle fermate, è legato alle auto in divieto di sosta nei luoghi di fermata. Seppur si tratti di un’infrazione, non mi sento di accusare esclusivamente gli automobilisti distratti, semmai le amministrazioni locali che sembra non abbiano più interesse nel creare parcheggi – magari non a pagamento – nelle grandi città come Milano.
Può capitare che la fermata sia perfettamente accessibile ma, proprio duante la manovra di avvicinamento, c’è un cartello pubblicitario che ti obbliga a dare un colpetto di sterzo che allontana seppur di poco il bus dal marciapiede. A pagarne le conseguenze sono gli anziani con difficoltà motorie, ma anche i soggetti con carrozzina.
L’attesa “disordinata”
A tutto questo si aggiunge la palese non educazione verso la strada, soprattutto da parte di spensierati studenti. Vi sarà capitato di sopraggiungere in fermate stracolme di ragazzi e studenti. In questi casi una scherzosa spinta fra loro può tradursi in un evento drammatico, quando uno studente finisce proprio davanti al bus che sta rallentando. Rimanere “larghi” è un pò una tutela per l’autista, la sua patente e l’incolumità altrui. Suonare il clacson può peggiorare la situazione risultando provocatorio e sempre dannoso per l’autista che dovrebbe attivare procedure chiare sulla carta e molto meno nelle realtà. Serve il buonsenso e, specialmente in questo caso, l’ esperienza, aiuta molto.
Gli stessi ragazzi e studenti oggi hanno il vizio di sedersi sul marciapiede in attesa del bus. Strano ma vero, però, non si spostano neppure all’arrivo dell’autobus. Semmai è il bus che deve “girargli intorno”.
Noleggio: conoscere le città
Concludo con un osservazione strutturale legata soprattutto ai bus da noleggio. Le porte anteriori in molti modelli, possiedono un perno sottostante che scende verso la strada per diversi centimetri. Urtandolo contro il marciapiede si romperebbe mettendo fuori uso la porta. Anche i falsi piani non segnalati, quindi con la possibilità preventiva di alzare il bus, sono condizioni che posso mettere k.o. un torpedone. Se la soluzione a tutto questo fosse semplicemente alzare o abbassare un autobus, il problema sarebbe già risolto. Peccato che, alzando il mezzo, è la parte superiore del veicolo a rischiare collisioni con paline e tettoie. Intelligenti invece, sono le fermate con il marciapiede che si estende sulla carreggiate, ma ormai, con il traffico e le soste selvagge, basta un auto in sosta poco più avanti, o poco prima, per rischiare di toccare qualcosa con lo sbalzo posteriore durante l’uscita dalla fermata.
Per l’autista sarebbe un susseguirsi di sinistri giornalieri che, con le attuali difficoltà, preferisce ridurre al minimo. Tutte situazioni che contribuiscono all’aumento dei minuti di ritardo e costringono il paziente conducente a terminare oltre l’orario previsto; certo, ogni tanto può capitare, ma quando diventa la regola, forse sarebbe il caso di farsi qualche domanda…
Quindi, prima di criticare un autista, è bene informarsi sulle difficoltà della professione e tenere conto di quello che le amministrazioni dovrebbero fare per garantire una viabilità sicura.
di Gianluca Celentano