«Vaccino prioritario ai lavoratori dei trasporti». Lo chiedono sindacati e associazioni
“Le lavoratrici e i lavoratori dei trasporti siano inclusi nella prima fase di somministrazione dei vaccini”. Lo hanno chiesto l’11 gennaio Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti in una lettera inviata ai Ministri della Salute e dei Trasporti, al Presidente della Conferenza delle Regioni e al Presidente dell’Associazione nazionale Comuni italiani. Qualche giorno prima, l’8 gennaio, le associazioni […]
“Le lavoratrici e i lavoratori dei trasporti siano inclusi nella prima fase di somministrazione dei vaccini”. Lo hanno chiesto l’11 gennaio Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti in una lettera inviata ai Ministri della Salute e dei Trasporti, al Presidente della Conferenza delle Regioni e al Presidente dell’Associazione nazionale Comuni italiani.
Qualche giorno prima, l’8 gennaio, le associazioni di categoria Anav, Asstra e Agens avevano scritto al ministero chiedendo di «intervenire affinché il personale dei servizi di trasporto pubblico, possa, per le evidenti ragioni connesse alla esigenza di garantire appieno l’erogazione e la funzionalità di un servizio essenziale, essere inserito tra le categorie cui la vaccinazione anti- Covid venga offerta con priorità e secondo una programmazione compatibile con la regolarità dell’esercizio ed atta a non determinare aggravamento di costi a carico delle aziende».
Vaccini ai lavoratori del trasporto
Nella lettera vergata dai sindacalisti viene spiegato che: “Nel Piano strategico per la vaccinazione anti Sars-Cov-2/Covid-19, vengono giustamente previste le categorie da sottoporre prioritariamente a vaccinazione come gli operatori sanitari e sociosanitari, i residenti e il personale dei presidi residenziali per anziani, le persone di età avanzata. Segue poi un elenco che include categorie come insegnanti e personale scolastico, forze dell’ordine, personale delle carceri e luoghi di comunità eccetera ma non le lavoratrici e i lavoratori dei trasporti, i quali in questi mesi di grande crisi sanitaria e di periodi di chiusura, hanno continuato a fornire la loro opera (e continueranno a fornirla) esponendosi al rischio di contagio, talvolta anche con scarsi quando non adeguati dispositivi di protezione individuale, per garantire gli approvvigionamenti e la mobilità delle persone”.
“Occorre tenere conto – proseguono Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti – dei contesti in cui operano le lavoratrici e i lavoratori dei trasporti, della loro strategicità per l’erogazione di una significativa parte dei servizi essenziali per il Paese, dell’elevato numero di persone con cui nello svolgimento delle loro attività vengono a contatto, al fine di garantire la continuità e la sicurezza dei sistemi di trasporto”.