Negli ultimi anni, il settore dei trasporti ha visto la graduale introduzione degli specchietti elettronici, o video specchi: una tecnologia pensata per sostituire i classici specchi retrovisori negli autobus. Un dettaglio nell’ormai dilagante e sofisticata tecnologia che circonda i moderni torpedoni.
Si tratta di vere e proprie telecamere esterne collegate a monitor interni che offrono al conducente una visione digitale dell’area circostante al mezzo.

I vantaggi delle mirrorcam sono diversi: migliore visibilità notturna e in caso di maltempo, riduzione dell’angolo cieco, minore ingombro aerodinamico e minori rischi di rottura in caso di urti. Tuttavia, il confronto con gli specchi tradizionali non è ancora del tutto a favore della nuova tecnologia.

Specchi tradizionali o moderni?

Diversi autisti preferiscono i classici specchietti per la loro immediatezza, affidabilità e l’assenza di dipendenza da componenti elettroniche. Ma – diversamente da quanto pensavo sarebbe emerso dalle interviste -, i pareri promuovono in parte questa tecnologia. Forse qualche valido spunto che parta da chi il mestiere lo svolge quotidianamente sarà utile per migliorarne la diffusione. Alcuni lamentano che i video specchi, soprattutto nei primi modelli, mostrino immagini innaturali o con ritardi minimi ma percepibili, creando incertezza nella guida. Inoltre, il costo di installazione e manutenzione resta più elevato, stando a quanto si dice sul piazzale.

Il dibattito resta aperto, ma per ora i tradizionali specchi retrovisori continuano a essere i più apprezzati da chi guida ogni giorno su lunghe tratte, per lo più rettilinee.

Braccio sì, braccio no

Un punto a favore dei video specchi è la mancanza del braccio o della conchiglia di fissaggio alla struttura laterale del bus. Nelle svolte critiche o nei tornanti, si può avanzare almeno di quei trenta centimetri che fanno la differenza per evitare di dover completare la manovra in due tempi con una breve retromarcia. Pareri soggettivi sul piazzale, ma di fatto, con i “digitali” si può arrivare quasi a sfiorare l’ostacolo prima di dare il “sotto tutto”.

Il problema è l’inverso, però! Quando, abituati a una flotta di bus con video specchi, ti capita quello con specchi tradizionali. Come sappiamo, l’abitudine è uno dei peggiori nemici dell’autista e non è da escludere che, in situazioni simili, l’autista allunghi un po’ troppo… disintegrando lo specchio tradizionale.
Provate a immaginare l’arrabbiatura del momento, i ritardi e le giustificazioni che il buon conducente dovrà affrontare in questa circostanza.

Ho avuto modo di osservare un sistema con video specchio destro posizionato a metà del parabrezza, anziché sul montante. Chi guida e sta leggendo avrà già intuito la criticità. Esatto, è proprio quella: o l’occhio è sullo spigolo destro del bus o è sul parabrezza. Rimangono scoperti circa ottanta centimetri –  o poco più – che, in caso di folla intensa o manovre millimetriche, generano ansia e gratuite arrabbiature al conducente.

A volte la teoria nella tecnologia non va di pari passo con la pratica e, guidare i bus, è questione di pratica: riferimenti certi che premiano la semplicità d’esecuzione delle manovre.

di Gianluca Celentano

In primo piano

Retrofleet, ovvero il retrofit per convertire le flotte. E risparmiare

In questi anni, la scorpacciata di fondi messi in tavola dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha permesso agli operatori di trasporto italiani, da Nord a Sud, di ritrovarsi in tasca milioni e milioni da investire per rinnovare le flotte di autobus urbani, rigorosamente nel nome dell...

Articoli correlati

Bus in the USA: il tour di Roby Merlini tra patenti e salari

Il mondo delle regole, si sa, è spesso bizzarro, a dimostrarlo è il caso delle patenti europee negli Stati Uniti, raccontato da Roby Merlini, appena rientrato da un viaggio nella Grande Mela. Pensate un po’: se vi trasferiste per lavoro oltre Oceano, magari per guidare autobus o camion, la vostra pa...