In attesa di tornare – con una veste nuova nel 2022 – nella mattinata di mercoledì 16 dicembre si è tenuto l’ultimo appuntamento dell’anno del Mobility Innovation Tour: “Impianto fisso nel Tpl: l’altra via alla transizione energetica”. Il concetto di smart grid urbana permette di sviluppare le logiche alla base dei paradigmi per le città sostenibili dove l’impianto fisso per il Tpl continuerà a svolgere un ruolo insostituibile rappresentandone una parte essenziale. Vien da sé la riflessione che i sistemi di trasporto ad impianto fisso, siano essi a guida libera o vincolata, oltre a coprire per loro stessa natura i segmenti a maggior flusso di passeggeri delle reti di Tpl, utilizzano già l’elettricità per il loro movimento. Ciò vale sia per le vetture filoviarie, tutte oggi proposte nella declinazione IMC (In Motion Charging), che per tranvie, metropolitane, ferrovie ed impianti a fune (funicolari, ascensori e funivie). Tuttavia l’attenzione va trasferita, globalmente, sulla natura della fonte energetica primaria attingendo le necessarie risorse da fonti rinnovabili.

I lavori sono stati aperti dal professore Riccardo Genova (Diten-Genova), che ha sottolineato, tra le altre cose, come l’impianto fisso nel Tpl abbia già una discreta diffusione in Italia, ma di come si possa, anzi debba, fare di più, perché i margini per le migliorie ci sono.

Dunque la palla è passata a Daniela Fabbroni, direttore tecnico Consuldream, che ha fotografato lo scenario normativo e l’evoluzione in atto con il passaggio da Ustif e Ansfisa.

Il momento forse più interessante del webinar è stato il capitolo riservato ai programmi e agli investimenti delle città e degli operatori.
Alberto Bitossi, direzione mobilità e trasporto del comune di Genova, ha posto l’accento sul grande fermento di questi anni per rinnovare le infrastrutture di una città – parole sue – “non infrastrutturalmente fortunata”. Nel capoluogo ligure c’è voglia di cambiamento e di andare incontro al green con tecnologie più moderne ed efficienti, tant’è che si punta ad avere, entro un decennio, un trasporto pubblico totalmente elettrico. Una grossa sfida per la città che passa anche – per non dire soprattutto – per il progetto dei “Quattro assi di forza”, 96 km di strade con il 70% di corsie riservate per rivoluzionare la mobilità di Genova, da Ponente a Levante. Un progetto per migliorare l’efficienza e l’efficacia del Tpl, per la riqualificazione urbana della città e per la salvaguardia dell’ambiente, riducendo le emissioni di CO2.

Da Genova a Bologna. Fabio Monzali, dirigente Impianti e Infrastrutture Tper Bologna, ha parlato del potenziamento degli assi filoviaria nel nome dell’IMC e del progetto di quattro linee tramviarie su ferro. “Siamo in un momento storico non così differente dagli anni Sessanta: bisogna avere coraggio di fare”, ha sferzato Monzali.

Quindi Bergamo. Gianni Scarfone, direttore generale Atb Bergamo, ha riconosciuto la fase rivoluzionaria: “Abbiamo 5-10 anni davanti a noi per cambiare il sistema di mobilità del nostro Paese. A Bergamo, da tempo, abbiamo un piano programma per spostare la mobilità dal mezzo privato al mezzo pubblico; il nostro obiettivo è portare la mobilità collettiva al 40% del totale degli spostamenti”. Infine, ha “ammesso” come nel futuro della città lombarda, oltre l’elettrico, ci sarà anche posto per l’idrogeno.

La parte finale del webinar è stata riservata all’utility e all’indrustria. L’ingegnere Calogero Taibi di Kiepe Electric ha dichiarato: “C’è stata una grossa evoluzione dei sistemi su gomma e l’IMC consente come tecnologia di avere solo il 30% di elettrificazione, cosa che contente di affrontare in modalità elettrica linee anche molto lunghe. La tecnologia IMC ha anche il vantaggio di essere applicata su veicoli più energivori, anche 24 metri”.

In ultimo, ma non per importante, le parole di Nadia Amitrano di Enel X, che ha spiegato come Enel X si ponga alle aziende del Tpl come un partner tecnologico per guidare insieme il processo di elettrificazione in atto. E ha così chiosato: “A tal proposito noi abbiamo già molteplice esperienze, come Barcellona, dove con i pantografi fast riusciamo a ricaricare dal 40% all’80% le batterie, in 5-8 minuti. In generale c’è la necessità di prevedere i 5 e gli 8 minuti, portando la batteria dal 40 all’80%. In generale c’è la necessità di prevedere cabine con disponibilità di potenze importanti. Smart grid urbana: bisogna guardare in questa ottica”.



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