Piano bus a Roma: per gli autobus turistici stangata da 36mila euro all’anno. La ricetta del comune di Roma contro la presenza dei torpedoni nel centro storico scatena lo stato di agitazione delle associazioni degli operatori del trasporto e del turismo.

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La guerra del piano bus

Si apre una nuova pagina nella lunga trafila di botta e risposta relativamente all’aumento del ticket bus nella capitale. «La città di Roma registra ogni anno oltre 17 milioni di arrivi e 40 milioni di presenze, garantendo occupazione a circa 150mila addetti ed il 10,3% dell’intero PIL cittadino. Oltre il 30% dei flussi turistici si riferisce a gruppi che si muovono in autobus. Il turismo in autobus è, quindi, una risorsa da preservare, che nell’interesse stesso della città non può soggiacere a mortificanti politiche restrittive, come quelle proposte dall’Assessore alla Città in Movimento, Linda Meleo, che prospettano l’interdizione del centro storico ai bus turistici e, con l’abolizione dei permessi annuali, l’aumento iperbolico delle tariffe di accesso», si legge nella nota stampa diramata da una cordata di associazioni legate al mondo del turismo, a partire da Anav per proseguire con Federlazio, Anc, Fita-Cna, Federnoleggio, Fiavet Lazio, Federalberghi Roma, Confesercenti-Federagit-Roma. 

Piano bus, poche deroghe

Le novità proposte dal comune, in piena guerra contro gli autobus turistici, sono presto dette: «Carnet di 300 permessi ad un costo di quasi 36mila euro per i veicoli di ultima generazione, tariffe ancor più elevate per i mezzi più vetusti: si tratta di cifre insostenibili. L’area più centrale della città sarà chiusa totalmente agli autobus. Vi saranno deroghe solo per disabili, scolaresche e per i transfert verso gli alberghi di maggiori dimensioni: misure «troppo limitate rispetto alla domanda di mobilità collettiva nel centro storico, che coinvolge, peraltro, gli stessi gruppi di turisti che vi alloggiano e necessitano dell’autobus per raggiungere i siti di interesse».

Le ricadute del piano bus di Roma

Insomma, le associazioni di categoria fanno presente che tali provvedimenti avrebbero ricadute pesantissime sull’indotto turistico della città. E sottolineano: «Gli autobus – anche quelli turistici – in quanto mezzo di trasporto collettivo – rappresentano la risposta più efficace al problema dell’inquinamento e della congestione del traffico urbano», un concetto dimostrato dai dati «forniti dall’Università Sapienza – 0,12g/km di emissioni di NOx contro i 0,35 g/km delle vetture e 0,6 mq/passeggero lo spazio di sosta occupato dei bus turistici contro i 5,2 mq/passeggero delle autovetture».

Via allo stato di agitazione

Le organizzazioni accusano: «L’Assessore Meleo si è trincerata dietro non meglio specificate esigenze di “decoro” della città, per poi confessare la necessità di dover mantenere fede agli impegni verso i propri elettori ed affermare che, in ogni caso, rientra nelle prerogative dell’Assessore vietare l’ingresso dei pullman turistici nel centro storico della propria città.  Affermazioni che – al pari del rifiuto di consegnare alle Scriventi la bozza delle modifiche al piano bus – tradiscono l’intenzione di sottrarsi a qualsiasi confronto con le categorie. L’invito a presentare osservazioni, cui comunque daremo doverosamente seguito, a questo punto appare solo una formalità volta a dare al nuovo piano bus l’apparenza di una concertazione in realtà mai intervenuta». Motivo per cui «le scriventi Associazioni – ferma restando l’intenzione di far pervenire a breve le proprie proposte di miglioramento della mobilità turistica – hanno unanimemente deciso di proclamare lo stato di agitazione che si articolerà secondo modalità che saranno comunicate nei prossimi giorni».

(foto Benvegnù-guaitoli-lannutti)

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