Aggiudicata ad Iveco la gara per la fornitura dei Classe II a Autolinee Toscane, a Firenze si aprono le buste di Busitalia, il Consiglio di Stato rigetta il ricorso di Romana Diesel, stessa sorte per Evobus (vedi Tper), e nel Madia 2 spunta un emendamento, approvato dal Senato, per mette fuori uso Flixbus. È sufficiente? Sono questi i fatti che hanno caratterizzato la settimana appena conclusa. Fatti che cambieranno in modo radicale il profilo del settore. Profilo che starebbe comunque mutando. Secondo radio mercato, infatti, due grandi gruppi italiani impegnati nel settore delle linee interregionali sarebbero pronti a passare il pacchetto di maggioranza a Fs.

Busitalia, Mercedes fa la voce grossa

Venerdì scorso a Firenze la commissione BusItalia ha aperto le buste amministrative della gara per i 1.360 autobus. Molti i lotti andati deserti (vedi tabella qui sopra) mentre sugli altri Evobus, IIA, Iveco, Scania e Man si sono dati battaglia. Nello specifico Man si è presentata solo nel lotto 5: 50 Classe I articolari. Mentre Scania ha fatto le offerte in tutti lotti per i Classe II e per i Classe III a tre assi (dove si dovrà confrontare con Evobus). Industria Italiana Autobus, invece, ha presentato offerta per gli urbani da 10 metri e per i low floor da 18. A fare la voce grossa Iveco ma soprattutto Evobus che parteciperà a quasi tutti i lotti. Tranne uno, quello dei Classe II da 10 metri. Eppure quel modello è a listino. Nei prossimi giorni inizieranno le prove tecniche e poi si apriranno le ‘economiche’ quello che è certo che non potrà essere una gara a senso unico.

Gara Toscana, a Iveco il mega lotto dei Classe II

Iveco bus si è aggiudicata la gara per la fornitura di circa 200 autobus Classe II indetta da Autolinee Toscane (il lotto dei Classe I non è ancora stato aggiudicato). A leggerla così sembrerebbe una notizia positiva per un parco autobus, quello italiano degli interurbani, tra i più vecchi d’Europa. In realtà sulla gara in oggetto pesa un macigno enorme. La gara unica regionale per i servizi tpl toscano, infatti, è stata annullata (il Tar aveva giudicato irregolari i Pef di entrambe le parti in causa) e i due contendenti, Autolinee Toscane e Mobit, stanno duellando a colpi di carte bollate. In soldoni, Iveco ha vinto una gara di fornitura per un’azienda che non assolutamente certa che potrà gestire il servizio tpl per i prossimi 10 anni.

Ricorsi, rigettati gli appelli di Romana Diesel ed Evobus

L’Italia è il paese dei ricorsi. Ormai non c’è gara a cui il secondo (ma anche il terzo) arrivato non ricorrono alla giudice per sollevare dubbi sull’operato e sulla procedura di aggiudicazione. Questa settimana, come già accennato, sono state due le sentenze che hanno fatto discutere. La prima, che farà storia, è quella di Cotral e l’altra riguarda un appello di Evobus su Tper. La quinta sezione del Consiglio di Stato ha avere messo la parola fine al contenzioso tra Romana Diesel, Cotral e Solaris. In buona sostanza il giudice «accoglie l’appello principale e dichiara improcedibile l’appello incidentale, respinge il ricorso di primo grado e condanna Romana Diesel al pagamento, in favore di Cotral e Solaris, delle spese di giudizio». In italiano: Cotral ha tenuto un comportamento corretto e l’assegnazione a Solaris è legittima. Spostiamoci a Bologna dove il Tar ha messo la pietra tombale sulla vicenda Evobus-Tper con una sentenza che rimanda al mittente tutte le contestazioni (due principali e due aggiuntive) di Evobus. Nella gara bandita nell’estate 2016 dove IIA si è aggiudicata il lotto numero 3 (da 60 a 136 Classe II da 12 metri). Per leggere nel dettaglio la vicenda clicca qui.

Madia, un emendamento mette fuori legge Flixbus

Un emendamento, approvato in commissione affari costituzionali, prevede un requisito chiave per i soggetti che offrono il servizio di autotrasporto passeggeri in autobus su scala interregionale: essi devono essere «operatori economici la cui attività principale è il trasporto di passeggeri su strada». Non sarà più possibile per i soggetti che non esercitano materialmente il servizio, guidare i raggruppamenti di imprese. Tradotto: Flixbus, che come risaputo fornisce una piattaforma web e, per quanto riguarda il servizio, si appoggia alle imprese partner dei vari paesi, che ci mettono autobus e guidatori, finirebbe fuorilegge. Anav esulta. «Siamo lieti che Governo e Parlamento abbiano manifestato la giusta sensibilità rispetto a un tema così importante, non solo per la nostra categoria ma soprattutto per la serenità degli utenti dei servizi di trasporto a lunga percorrenza, con garanzia di una sempre più ampia qualità, efficacia e sicurezza del trasporto con autobus mediante “mandatari” certi e visibili –  dichiara Vinella -. L’aver adeguato la normativa nazionale ai principi comunitari di effettività dello svolgimento del servizio di trasporto, anche nell’ambito dei raggruppamenti di imprese, evita il rischio di pericolose procedure di infrazione nei confronti del nostro Paese e assicura un principio di reale parità tra gli operatori del settore. Ci auguriamo che il proficuo e costruttivo confronto, messo in atto in questo passaggio parlamentare, tra l’associazione di categoria, il Governo e il Parlamento possa proseguire anche in futuro con i medesimi risultati». Flixbus però non ci sta, tanto da diramare, poche ore dopo la comunicazione del Governo una nota piccata.

Il managing director di Flixbus Andrea Incondi dichiara che il decreto «tenta di cambiare improvvisamente e arbitrariamente i criteri necessari per svolgere i servizi di trasporto di linea mediante autobus, con grave violazione del principio di certezza del diritto. È gravissimo che, caso unico caso in Europa, si cerchi di cambiare in corsa le regole del gioco, forzando peraltro oltre i limiti della legittimità la natura stessa del Milleproroghe, provvedimento che ha il solo fine di prorogare i termini in scadenza e non di modificare norme sostanziali». Non solo: «In tal modo si ledono i principi cardine del nostro ordinamento posti a presidio dell’attività di impresa e del libero gioco concorrenziale per difendere microinteressi particolari, andando in aperta contraddizione con la normativa europea – prosegue Incondi -. Teniamo a sottolineare che il provvedimento non è ancora stato approvato in via definitiva dal Parlamento e il Governo non ha, ad oggi, espresso pareri in merito. Siamo fiduciosi che questa istanza, che riguarda 3 milioni di passeggeri italiani non resterà inascoltata, e che il governo si farà garante della ?tutela degli investimenti nel nostro paese».

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